top of page

Serenata partenopea. Un marchio che sopravvive

Claudio e Diana, artisti tenaci a portare avanti la tradizione musicale nostrana. Ce lo disse Roberto Murolo: “Siate Ambasciatori della Posteggia napoletana nel Mondo”.

E nel 2021 arriva il Premio Eccellenza Italiana al Vaticano



Serenata partenopea. Un marchio che sopravvive

Di Virginia Maresca


Definiti Ambasciatori della Posteggia Napoletana nel mondo, Claudio e Diana da oltre 30 anni portano in giro la loro musica con amore e passione. Dopo aver esordito come “Note Mediterranee” tra piano bar in night esclusivi, il duo napoletano verso la fine degli anni ‘90 decide di affiancare, al già consolidato repertorio italiano, quello classico napoletano. Inizia così un nuovo percorso per Claudio De Bartolomeis e Diana Ronca, quello della Posteggia Napoletana, fatto di successi in giro per il mondo, ma anche di riconoscimenti. Tra i nuovi progetti, in arrivo a maggio il libro "Sì, ma il lavoro vero?", dove è raccontata la loro storia di bambini, ragazzini, poi sposi, la storia di chi si è svegliato per realizzare il proprio sogno.

Benvenuti Claudio e Diana. Come nasce il vostro incontro?

“Il nostro è un sodalizio, prima ancora che artistico, sentimentale. Proprio in questi giorni, festeggeremo 39 anni che stiamo insieme. Molti pensano che per il nostro incontro galeotta fu la musica, ma non è andata così. Avevamo un'amica in comune, senza saperlo, Angela, compagna di classe di Diana, insieme ad altre 30 ragazze. Con Claudio, aveva fatto un bel patto: ad una ad una, Angela gli avrebbe presentato tutte le sue amiche. Senonché dopo una quindicina di presentazioni, una mattina, per puro caso, ci siamo incontrati sul Lungomare di Salerno e Angela ha detto a Claudio "Oh, mi ero dimenticata di Diana!" E ci presentò. Abbiamo poi scoperto di avere la passione comune per la musica, io, Diana studiavo Pianoforte e mi sono poi Diplomata e Claudio suonava la batteria e la chitarra”.

La vostra carriera artistica nasce nel 1987 quando entrate a far parte del gruppo musicale supporter di Enzo Ghinazzi, in arte Pupo. Cosa ricordate di quel periodo?

“Ricordiamo i nostri inizi con tantissima gioia e anche un po’ di tenerezza per quei due ragazzini appena ventenni. L'emozione di essere su un palco con migliaia di persone ad ascoltarti, i viaggi in tutta Italia, i sacrifici per acquistare la prima tastiera, pagata firmando delle cambiali. Tutto bellissimo, tutto che rifaremmo ancora e che ci ha permesso di "avviarci" verso la realizzazione del nostro sogno: vivere di musica”.

Nello stesso anno formate il duo “Note mediterranee” e iniziate ad esibirvi per serate di musica leggera in club esclusivi. Un percorso grazie al quale avete sicuramente raccolto molte soddisfazioni...

“L'inizio con il piano bar ci ha dato tantissime soddisfazioni, soprattutto perché abbiamo iniziato in un periodo in cui non esistevano le tastiere elettroniche, le basi, i computer. Si suonava realmente dal vivo e esistevano locali bellissimi in cui esibirci eseguendo un repertorio che amiamo molto: Mina, Vanoni, Bongusto, Tenco non mancavano mai nelle nostre serate”.

Nel 1990 vi siete esibiti per i festeggiamenti dei 78 anni del M° Roberto Murolo…Cosa ricordate di quell’esperienza e della vostra esibizione?

“L'incontro con Roberto Murolo è stato un fortissimo stimolo ad avvicinarci al repertorio classico napoletano. Un collega ci chiese di sostituirlo per una serata, e arrivati sul posto scoprimmo che avremmo dovuto suonare per i 78 anni di Roberto Murolo. L'emozione fu grandissima, ma anche le lezioni che ci diede, soprattutto quando disse a Claudio che cercava di sistemargli il microfono: “Figlio mio, non ti preoccupare, il microfono non mi serve, se mi vogliono sentire si stanno zitti!”. Un grandissimo insegnamento che abbiamo fatto subito nostro, proponendo rigorosamente il nostro repertorio musicale in acustico, perché è quella la sua caratteristica più bella. E poi ci disse: “Siate Ambasciatori della Posteggia napoletana nel Mondo”. Cosa che cerchiamo di portare avanti con tutto l'impegno possibile”.

Nel 1998 al consolidato repertorio italiano avete affiancato il classico napoletano. Avete così iniziato uno studio fatto di ricerche sull’originale repertorio partenopeo che ancora vi anima. Così vi siete fatti conoscere per la “Posteggia Napoletana” di Claudio e Diana…

“Una sera suonavamo in un locale. Si era al massimo dell'elettronica, Diana aveva due tastiere. Ad un tratto si avvicinò un signore che ci chiese un brano da dedicare alla sua compagna. Ma al tavolo! Dopo un primo momento di perplessità decidemmo di avvicinarci con la chitarra e cantammo “Cu' mmè”, famoso brano di Enzo Gragnaniello. Vedemmo immediatamente la commozione negli occhi della donna e poi del suo compagno e capimmo che una nuova strada si apriva per noi. Una strada che ci riconducesse alle radici, alle origini, alla tradizione, alla semplicità essenziale, della musica eseguita in acustico”.

Dal 2010 siete chiamati più volte in qualità di ospiti in radio, Rai e non solo: da “Pomeriggio sul 2” a “Bontà Loro” di Maurizio Costanzo, da “La vita in diretta” al “Tg2 Costume e Società” a La7 con Pino Strabioli e Gianfranco Vissani… insomma dopo tanti sacrifici è anche bello raccogliere i frutti.

“Siamo sempre stati dei grandi sognatori, dunque l'idea di calpestare grandi palcoscenici ci ha sempre affascinato. Abbiamo allora messo in moto tutto il possibile e l'impossibile perché quel sogno si realizzasse, e semplicemente raccontando ciò che facevamo, senza amicizie particolari, né agenzie, né impresari, più volte abbiamo avuto la gioia grandissima di partecipare a trasmissioni che fino a qualche anno prima vedevamo da casa. Fondamentale è il repertorio che portiamo avanti, la Posteggia napoletana, che raccoglie sempre un grandissimo interesse e poi le serenate: una tradizione che custodiamo e portiamo avanti nella sua formula più pura e che ci regala tantissime emozioni. Il racconto delle tante serenate, romantiche, bizzarre, originali, raccoglie sempre un grande interesse”.

Diverse le collaborazioni con artisti partenopei come Joe Amoruso nel video brano “Vedrai vedrai” di Luigi Tenco, oppure con Tony Esposito nel videoclip del brano “Canzone Appassiunata”, o ancora con Rino Zurzolo per il video “Lu cardillo”…Come sono nate queste collaborazioni? Cosa rappresentano per voi?

“Abbiamo sempre ritenuto che uno degli aspetti più belli della musica è condividerla con altri colleghi, per imparare, arricchirsi, spaziare in altri mondi. Siamo, come tantissimi, innamorati di Pino Daniele e dei suoi musicisti che sono senza dubbio, tra i migliori al mondo. Dunque i sognatori di cui ti parlavamo, si sono messi in moto perché il sogno di averli nostri ospiti in brani e video si realizzasse e così è stato. Ci siamo presentati facendo vedere ciò che facevamo e il progetto che avevamo in mente e loro sono stati così generosi da condividere un pezzetto della loro vita musicale con noi. Loro per noi erano, e sono dei miti, dei geni musicali irraggiungibili, ed è stato bellissimo scoprire che dietro l'immenso Artista, ci sono uomini speciali, anime bellissime che ci hanno regalato il privilegio di poterli considerare anche amici. Un regalo che non dimenticheremo mai!”

Il vostro curriculum artistico è davvero intenso e sarebbe impossibile racchiudere tutto ciò che avete fatto dall’inizio ad oggi. Ma quali sono le tappe fondamentali che più vi piace ricordare?

“Siamo stati veramente fortunati, ed abbiamo fatto tantissime cose che non dimenticheremo mai, ovviamente ci viene in mente subito il Maurizio Costanzo Show perché è stato il sogno di sempre, dei nostri inizi e persone vicine alla trasmissione ci avevano sempre scoraggiati, detto che sarebbe stato impossibile, dunque la gioia è stata doppia. Ma anche suonare in salotti di casa per poche persone, fare un regalo inaspettato, insomma dovunque si ricevono emozioni, dove c'è il bello, dove si respira amore, lì è il posto più bello in cui suonare”.

Nel 2021 avete intrapreso una tournée internazionale “Ultimi romantici in the world” ricevendo riconoscimenti e attestati di merito, tra gli altri, dall’Associazione Giornalisti Brasile e dall”A.I.M Argentina che vi ha riconosciuti Ambasciatori della Posteggia Napoletana nel mondo. Nello stesso anno avete ricevuto a Roma, presso lo Stato del Vaticano, il Premio Eccellenza Italiana per esservi distinti nel campo della musica. Che significato hanno avuto questi riconoscimenti?

“I riconoscimenti sono sempre un momento molto emozionante, una gratificazione, appunto il "riconoscimento" che qualcosa di bello è stato fatto. Ogni volta la gioia è sempre tantissima, è sempre come se fosse la prima volta. Suonare per gli stranieri e ricevere poi un riconoscimento è un doppio regalo perché ci rende fieri di rappresentare l'Italia, un’eccellenza italiana, quale è il repertorio classico napoletano, all'estero. Ritirare un riconoscimento presso la Santa Sede, poi, è stata un'emozione aggiunta all'emozione del luogo, uno di quei giorni che difficilmente si dimenticano”.

In questo periodo a quali progetti state lavorando?

“Come ormai avrai capito, abbiamo sempre un progetto in campo. In questo periodo, in particolare siamo felicissimi perché l'11 maggio presenteremo un nostro libricino dal titolo "Sì, ma il lavoro vero?". Domanda che capita, ci facciano quando diciamo di essere musicisti. È la nostra storia, di bambini, ragazzini, poi sposi, la storia di chi si è svegliato per realizzare il proprio sogno, che non si è scoraggiato davanti alle difficoltà, che non ha mai ceduto alle lusinghe del posto fisso, che ha deciso e creduto di voler vivere di musica. Racconta tutto il bello, ma anche i sacrifici, l'impegno, il senso di abnegazione che richiede un lavoro così particolare. E poi, ciliegina sulla torta, regalo immenso, la prefazione è firmata da Catena Fiorello”.

C’è un nuovo disco in arrivo?

“A casa abbiamo un piccolo studio in cui incidiamo brani e registriamo, ma abbiamo deciso, anziché proporre un nuovo Cd di creare sulla copertina del libro in uscita, un Qr code per poter accedere a tanti brani musicali incisi di recente, ma anche ad un bel portafoglio di brani già editi.

Ti ringraziamo di questa intervista e come diciamo sempre, nonostante i 35 anni di attività: E non abbiamo ancora iniziato!"

© Riproduzione Riservata

Comments


bottom of page