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"La scena successiva". Pratiche consuete e masterclass

Di Palma: "Tra le varie peculiarità e propensioni si è determinato un ideale confronto creativo tra i giovani partecipanti al corso"



Di Roberta D'Agostino


La scena successiva è un’esperienza di scuola laboratorio teatrale per ragazzi, diretta dal regista Claudio Di Palma, che si è svolta tra Napoli e Caserta. Il progetto, nato per iniziativa del Teatro Pubblico Campano con l’intento di offrire l’opportunità fra le nuove generazioni di artisti di affinare abilità e vocazione, ha ospitato 15 attrici e attori di età compresa tra i 18 ed i 27 anni.

Il tema sviluppato in questo primo anno è stato la tradizione scenica napoletana.

L’alternanza tra pratiche di scena e masterclass più specificatamente teoriche è stato uno dei punti chiave del percorso, come spiega Di Palma: “Il lavoro di approfondimento particolareggiato dei maestri succedutisi nelle masterclass ha trovato sviluppi e verifiche all’interno delle pratiche di scena. Una procedura elementare ed efficace la cui dinamica è risultata logica e pertinente. L’eterogeneità dei corsisti è stato un ulteriore tassello che ha garantito la buona riuscita del percorso”. I partecipanti sono giovani con sensibilità diversificate per provenienza e formazione sia culturale che teatrale.

“È risultato pressoché naturale – continua Di Palma – che proprio le differenze tra i singoli, tra le varie peculiarità e propensioni, determinassero un ideale confronto creativo e rappresentassero il presupposto migliore per un progressivo coagulo di intenti comuni. La risposta dei discenti è stata ottima: motivi di interesse e conseguente crescita sono stati tangibili e coinvolgenti in questa esperienza sul piano tecnico e su quello emotivo. Vorrei sottolineare, in questo senso, la ricaduta sorprendente determinata dagli incontri con grandi testimoni della scena teatrale. Una geografia di memorie e pratiche attive, una sorta di diaristica attorica diretta e partecipata. Un percorso che, tra l’altro, è andato configurandosi come un singolare compendio di Storia del teatro contemporaneo e che ha avuto un impatto notevole sulla “coscienza professionale” dei giovani allievi”.

Una opportunità di formazione, dunque, innovativa focalizzata sulla tradizione. “Fra la costruzione di un percorso formativo radicato nel contemporaneo e la sua attuazione, con riferimento al segno della tradizione, esiste un rapporto di continuità e coerenza.

L’apparentamento tra tradizione e passato è improprio. La tradizione è, nei fatti, prospettiva di futuro, non sguardo rivolto all’indietro. È tradimento e trasmissione, è dono e traduzione. Un esercizio di presente, dunque, continuativo e dinamico. In questo spirito e su questa linea, ad esempio, si è mosso il lavoro sulle nuove scritture con il quale il gruppo si è puntualmente confrontato ed esercitato”.

Una proposta formativa che s’affaccia su un auspicabile consolidamento strutturale con una conseguente continuità progettale. Anche se, come evidenzia Di Palma, il concetto di stabilità è di per sé precario. Ed è forse anche un bene: bisogna essere sempre disponibili a farsi scuotere dal nuovo e a sondare imprevisti disequilibri.

Già in questa prima edizione c’è stata una restituzione al pubblico del lavoro svolto con uno spettacolo sul tema della “grazia e le sue declinazioni”.

Dalla gratuità alla gratitudine, dall’estasi al dono. Atti di grazia dal testo di Fabio Pisano e con la collaborazione artistica di Roberto Azzurro e Paolo Coletta, è andato in scena al Nuovo di Napoli lo scorso settembre.


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