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Saltimbanchi e giocolieri con Virginia Raffaele

"Samusà". La rievocazione dell'infanzia al Luneur. La regia di Tiezzi



Di Andrea Jelardi


Dopo essere passata al Verdi di Salerno arriva dal 29 novembre al 4 dicembre al Bellini di Napoli Virginia Raffaele con Samusà, il fortunatissimo show già da tempo in tour e nato dalla rievocazione della sua infanzia trascorsa nel Luneur, il celebre parco dei divertimenti romano considerato il più antico d’Italia.

Appartenente a una stirpe di giostrai, Virginia ha forgiato sul campo uno straordinario talento e oggi racconta quel mondo incantato e lontano facendo rivivere le proprie reminiscenze di bambina riportando in palcoscenico – col sup-porto di una suggestiva scenografia – ruote, giostre, saltimbanchi e giocolieri, mentre lei tra rapidissimi cambi d’abito dà vita a personaggi irresistibili.

L’aver vissuto da piccola nel lunapark di famiglia le consente di avere piena padronanza di un modo di divertire fatto di giochi e di altri intrattenimenti semplici, ingenui, perfino desueti, ep-pu-re ancora ricchi di attrattiva sul pubblico. Lo spettacolo arriva allora come una testimonianza nostalgica, quasi storica, dimostrando che in fondo la comicità nel Terzo Millennio, pur avendo indubbiamente nuovi canali espressivi e ispirandosi a tematiche contemporanee, non può fare a meno della tradizione.

“Il comune denominatore tra passato e presente”, dice l’attrice “sta nel cercare dentro di sé qualcosa che stupisca, alleggerisca e diverta. Comicità è ricerca della leggerezza che ovviamente cambia in base agli eventi e alle generazioni che a loro volta cambiano.

Quello che faceva ridere tanti anni fa oggi ha meno appiglio perché i punti di riferimento sono mutati. Della tradizione però sono rimasti lo spirito della commedia, il nonsense e il surreale, che vengono portati avanti e si adeguano in base a come il pubblico vi si relaziona”.

In Samusà – diretto da Federico Tiezzi e il cui titolo nel gergo dei giostrai significa “fai silenzio” – Virginia ritorna dunque bambina portando per mano gli spettatori tra le “sue” giostre, per poi trasformarsi all’improvviso in famose star come Patty Pravo, Ornella Vanoni e Sabrina Ferilli, ma non mancano gli omaggi a Monica Vitti, Carla Fracci e Franca Valeri, nonché i personaggi nati dalla sua incontenibile fantasia, come Giorgia Maura, la cantante lirica che non ricorda la Carmen e la più attuale negazionista-complottista.

Risalta così anche la vivissima carica di una comicità declinata al femminile, definizione che tuttavia le piace poco perché, spiega: “Lo dico sempre, non faccio differenza tra comico femminile e maschile.

Il comico non ha sessualità: quello che fa ridere, fa ridere e basta. Sicuramente i contrasti fanno ridere, e tutto ciò che è inaspettato, incuriosisce e sorprende”.

​Il trionfo di quello che è il suo secondo one-woman show dimostra, inoltre, che questo genere di spettacolo conserva ancora un vigore straordinario nell’epoca in cui i social e il digitale, soprattutto tra i giovanissimi, rischiano di prevalere su ogni altro mezzo espressivo. In questo contesto e in un futuro sempre più tecnologico, il palcoscenico riuscirà a sopravvivere? “Me lo auguro vivamente”, risponde senza tradire alcuna incertezza, con l’ottimismo e la fiducia di chi ama il proprio lavoro di artista a stretto contatto con la gente.

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