La Sansone e Renzi, diretti da Saponaro, fanno rivivere l’ultima drammaturgia di Patroni Griffi, ispirata alla morte di Lady Diana
di Stefano Prestisimone
È l’ultimo lavoro teatrale di Peppino Patroni Griffi, un epitaffio alle amate tavole del palcoscenico. Una tragedia reale è un divertissement quasi parodistico se pur ispirato dalla tragedia di Lady Diana. Ma nasconde una sostanza importante celata dal vestito bizzarro. A distanza di vent’anni dalla sua stesura e dal primo allestimento, Francesco Saponaro affronta questa imprevedibile scrittura di Patroni Griffi, arricchita da un lessico popolare e virulento adoperato dalla regina Elisabetta, un napoletano arcaico che pare uscito dalle pagine del Basile.
Lo spettacolo è una coproduzione Sannazaro-Teatri Uniti, con Lara Sansone, Andrea Renzi, Ingrid Sansone e Luciano Saltarelli, e sarà in scena dall’8 marzo 2019 nella “bomboniera” di via Chiaia, il Sannazaro.
Lara Sansone, lei è passata da Ragazze sole con qualche esperienza di Moscato a Una tragedia reale, sempre con la regia di Saponaro, due ruoli che hanno aperto il suo orizzonte a un altro genere di teatro.
“Mi hanno un po’ cambiato la carriera, portandola in una dimensione più ampia. Sono sempre legata alla tradizione, ma in fondo la radice è la stessa, perché il gran teatro è gran teatro sempre, quando è fatto bene. Saponaro è un regista che lavora molto con gli attori, alla vecchia maniera, ed è una persona di cultura, quindi confrontarsi con lui è molto stimolante”.
Ci parla di questa commedia che, per la sua originalità, è molto attesa?
“La vicenda si ispira alla tragica fine della principessa Diana, mito planetario, e, con occhio dissacrante, anche alla reazione aspra della regina. È un lavoro divertente, anche se non lo definirei parodistico, perché fa emergere un animo nascosto, segreto, non visibile ai più, di questa icona del nostro tempo. Come poteva reagire la regina, nel suo intimo, in una situazione del genere? Il tutto è filtrato dall’occhio di un grande drammaturgo come Patroni Griffi che la fa dialogare attraverso un dialetto napoletano particolare”.
Andrea Renzi, lei veste i panni del primo ministro, che all’epoca era Tony Blair. Come si avvicina a questo lavoro?
“Siamo tutti incuriositi dall’effetto che farà questo Patroni Griffi alle prese con la ‘britannicità’. È un divertissement irrorato di acuta ironia, anche se al centro c’è la tragedia di quella notte tristemente celeberrima. Tony Blair è stato già personaggio primario nel capolavoro di Frears The Queen, che si concentrava sulla settimana successiva alla morte di Lady D. Siamo su piani diversi ma, in fondo, confinanti, perché la mediaticità ha trasformato la sostanza dell’evento stesso”.
Il linguaggio del lavoro è la sua peculiarità maggiore?
“Sì, perché siamo di fronte a un’intuizione linguistica straordinaria- Far parlare la regina in napoletano è un colpo geniale di un autore come Patroni Griffi che, purtroppo, non ho avuto la possibilità di conoscere personalmente. Ho beneficiato della visione di alcuni suoi lavori, come la versione splendida dei Sei personaggi di Pirandello. In questo caso la dimensione è comico-grottesca ed è una caratteristica che attira noi interpreti, perché poter affrontare una commedia con queste sfumature è un privilegio”.
Recitare al Sannazaro?
“Sono felice di questo incontro con una sala tanto gloriosa e con Lara Sansone. Questo teatro ha una importanrte collocazione nell’ambito della tradizione napoletana. Sì, so che sta attraversando un momento non facile, ma l’augurio è di venirne fuori alla grande e in poco tempo”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Kommentarer