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Tradizione e contemporaneità quando si incontrano sul palcoscenico

“A che servono questi quattrini” di Curcio nell’allestimento di Renzi.

Nel taglio moderno persiste il ricordo di Eduardo e Peppino De Filippo



Il Teatro di Napoli-Teatro Nazionale comunica che le 5 recite di gennaio al Teatro San Ferdinando dello spettacolo "A che servono questi quattrini" sospese per un caso di Covid-19 verificatosi all’interno della compagnia, verranno recuperate da mercoledì 2 a domenica 6 febbraio 2022 al Teatro Mercadante.


di Giuseppe Giorgio

Fu Renato Simoni, critico teatrale del Corriere della Sera, a descrivere il debutto della commedia di Armando Curcio, A che servono questi quattrini, avvenuto al Teatro Quirino di Roma l’8 maggio del 1940 con i fratelli De Filippo.

“Eduardo e Peppino – scrisse – il primo come rapito nel piccolo cielo d’una apatia dottrinaria, il secondo occhieggiante dal fondo della stupidità verso idee che non capiva e lo allucinavano, gareggiarono in trovate umoristiche e lepide con una fecondità ricchissima”.

Ed è proprio partendo dalle parole del giornalista e commediografo veronese, pronto a esaltare la bravura dei De Filippo e l’importanza degli interpreti, che la commedia di Curcio, insieme al paradosso del protagonista, marchese Parascandolo, e al suo insegnamento circa il disprezzo dei soldi, tornerà in scena dal prossimo 26 dicembre al San Ferdinando di Napoli.

Un’opera che sancì il successo comico dei due fratelli, figli naturali di Scarpetta, capace, anche nello spazio che fu prima di Eduardo e poi di Luca De Filippo, di confermare la sua attualità nel nome di quei segreti che fanno della furbizia un valore aggiunto senza tempo. E a dirigere oggi l’allestimento è Andrea Renzi: “Sono contento per questa esperienza che mi vede al cospetto di un repertorio per me nuovo. Un repertorio dove l’interprete diventa centrale, grazie al quale potrò lavorare con e per gli attori. Ho spinto il testo seguendo il paradosso del personaggio cardine, Parascandolo, e l’ho fatto rimanendo fedele all’idea originaria di Curcio.

Infine, ho operato molto sullo spunto offerto dalla commedia per quanto riguar-da l’assurdo e il paradossale, tenendo in prima posizione nelle mie scelte sia lo spazio scenico che l’approccio degli attori”. La commedia resterà al San Ferdinando fino all’Epifania e, dal 7 gennaio arriverà al Teatro Ricciardi di Capua e ancora, dal 21 al 23 gennaio, al Comunale Parravano di Caserta. In scena ci saranno gli attori Giovanni Esposito, Gennaro Di Biase, Luciano Saltarelli, Chiara Baffi, Fabrizio La Marca e Valerio Santoro, lo stesso che, come direttore artistico de La Pirandelliana, nonostante le difficoltà della pandemia, produce il lavoro insieme al Teatro di Napoli–Teatro Nazionale.

“Si tratta di uno spettacolo di tradizione – chiarisce Santoro – nel quale ho sempre creduto. Alle spalle c’è un enorme sforzo degli attori al servizio di un testo appartenente al grande teatro dei tempi andati e che ora ritorna grazie alla fatica di tutti noi in un monumento come il San Ferdinando.

Una produzione che ho fortemente voluto da due anni e che mi ha visto al lavoro insieme al regista Renzi e agli attori per uno spettacolo di sintesi. Per una messinscena che giunge alla fine di un mio preciso percorso, pronta con un taglio moderno a preservare il divertimento del pubblico”.


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