Corpi anfibi, tra cinema e teatro
di Antonio Tedesco
Il cinema delle origini, prima di sviluppare un linguaggio proprio aveva come riferimento quello di un’arte antica e consolidata com’era quella del teatro. I primi set riprendevano le forme e i modi dei palcoscenici teatrali, e all’arte scenica si rifacevano i primi film fantastici o di finzione.
Mentre i Lumière battevano altre strade con le loro “riprese dal vero”, Méliès nel suo set-atelier sperimentava una sorta di teatro “aumentato” dalle inedite possibilità offerte dalla macchina da presa. Da allora il dialogo teatro-cinema si è evoluto in termini che si sono continuamente rinnovati con il progredire non solo degli strumenti tecnici, ma anche delle idee e delle forme di rappresentazione. Un dialogo che sostanzialmente non si è mai interrotto pur oscillando tra sinergie e conflitti, simbiosi e incompatibilità. Teatro e cinema: un amore non (sempre) corrisposto, nuovo testo di una collana, diretta da Oliviero Ponte di Pino, che l’editore Franco Angeli dedica allo Spettacolo dal Vivo (pp. 209, € 23,00), partendo da un convegno tenuto al Teatro Argentina di Roma nel febbraio del 2015, ripreso poi in un incontro organizzato alle Giornate degli Autori, presso la Mostra del Cinema di Venezia nello stesso anno, approfondisce sotto diversi aspetti e punti di vista lo stato di fatto di questo controverso rapporto.
Il volume, curato dallo stesso Oliviero Ponte di Pino, ospita numerosi interventi, sia teorici, di sistematizzazione storico-critica (oltre allo stesso curatore, Rosalba Ruggeri e Laura Mariani), che pratici, ascoltando la voce di operatori (attori, registi, scrittori, tra cui Pippo Delbono, Emma Dante, Mario Martone, Roberto Andò, Eugenio Barba e molti altri) che su entrambi i fronti si sono cimentati, offrendo, così, una panoramica che se, per la vastità e complessità del problema, non può dirsi esaustiva, apre, comunque, ad innumerevoli spunti di approfondimento e di riflessione.
E introduce, su una felice intuizione di Angelo Curti, che per Teatri Uniti si occupa di produzione sia cinematografica che teatrale, il termine di Anfibio, quale soggetto capace di muoversi con pari naturalezza ed efficacia nei due “ecosistemi” così lontani, così vicini.
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