Strategie di management e di marketing nel libro di Francesca D’Ippolito
Di Antonio Tedesco
Fare teatro è diventata un’impresa. In tutti i sensi. Ce lo dice con chiarezza Francesca D’Ippolito con il suo Produrre teatro in Italia oggi – Pratiche, poetiche, politiche (Dino Audino Editore, pp. 125, € 16,00) che, forte della sua esperienza, affronta l’argomento con grande cognizione di causa. Analizzandone tutti gli aspetti e assumendo il punto di vista delle più attuali strategie di management e di marketing. Pur senza mai dimenticare che si tratta comunque di un settore di produzione “speciale”.
Che attiene a un bene tanto prezioso quanto immateriale. Non quantificabile in maniera tangibile, non quotabile in borsa.
Ma che ugualmente necessita di attente strategie produttive e di accorte pianificazioni. L’autrice utilizza concetti e terminologie inusuali nella prassi della produzione artistica (“project management”, “obiettivi di produzione”, “analisi di mercato”, “target di riferimento”, “piano economico‑finanziario”), eppure ormai necessarie per la sopravvivenza del teatro stesso. Che deve continuamente reinventarsi per stare al passo coi tempi. “Stanare” il suo pubblico distogliendolo dalle infinite altre distrazioni cui è sottoposto. Riaffermare il proprio ruolo sociale e aggregativo. Le innovative esperienze, riportate nel testo, di gruppi come Il Teatro dell’Argine e La Bottega degli Apocrifi, ne sono un esempio. Ma nel libro si parla anche di finanziamenti pubblici (FUS) e privati, di procedure burocratiche, pratiche amministrative, modi e forme di distribuzione e circolazione del “prodotto teatrale”.
Insomma, le vecchie Compagnie devono trasformarsi in “Imprese”. E, quando possono, dotarsi di figure specializzate in grado di gestire tutte le incombenze che oggi il sistema richiede. Un manager, ma dotato della giusta sensibilità per immergersi in una attività creativa e artistica che necessita di “poetiche” e di “visioni”. Se il teatro è specchio del mondo, il mondo di oggi è questo. E l’esistenza dello “spettacolo dal vivo”, per quanto imprescindibile e irrinunciabile, si fa sempre più difficile. Certo, il rischio di contaminazione è presente. Il teatro, risucchiato nel sistema, può essere ancora, almeno a certi livelli, un anticorpo per quello stesso sistema, un elemento di critica e di contrasto o finirà per diventarne complice? Difficile dare risposte, ma il libro di Francesca D’Ippolito, saldamente concentrato sulle strategie del presente, è senz’altro una bussola indispensabile per orientarsi in questo mondo sempre più intricato e complesso.
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