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“Piazza degli eroi” dramma moderno

Carpentieri: “Bernhard lo presentò nel 1988, ma pare che parli a noi oggi”



di Carlo Farina


Dal 3 al 6 marzo torna in scena al Verdi di Salerno Piazza degli eroi di Thomas Bernhard, per la regia di Roberto Andò. Ultimo testo teatrale del drammaturgo austriaco, fu presentato per la prima volta nel 1988 scatenando un clamoroso scandalo nell’ambiente teatrale. La drammaticità dell’opera, mai rappresentata finora in Italia, è racchiusa in tutto il suo più radicale e totale pessimismo nei confronti di una società falsa, prevaricatrice e corrotta, dominata dal potere autoritario e fascista. La rabbia e il disappunto di Bernhard vengono affidate al personaggio principale di questo dramma, Robert Schuster, professore e fratello del professore Josef, morto suicida, e magistralmente interpretato da un convincente Renato Carpentieri. Non è un caso che l’autore abbia scelto come titolo Piazza degli eroi, in riferimento a quella nefasta piazza nella quale, nel 1938, Hitler annunciò alla folla delirante l’Anschluss, ossia l’annessione dell’Austria alla Germania nazista, da cui si generò un vortice di morte e distruzione. Sulle scene di Gianni Carluccio, anche Imma Villa, Betti Pedrazzi, Silvia Ajelli, Paolo Cresta, Francesca Cutolo, Stefano Jotti, Valeria Luchetti, Vincenzo Pasquariello, Enzo Salomone.

Carpentieri, qual è la forza di questo testo così attuale?

“Quando lo ha scritto, Bernhard si trovava in una condizione in cui si sentiva vicino alla morte. Si è guardato intorno e ha visto tutto ciò che non andava e, come egli stesso diceva, ha sferrato colpi d’ascia in tutte le direzioni. Questo ne fa un testo lucido, che non mi piace definire profetico. Sta parlando del 1988, prima ancora della caduta del Muro di Berlino, e sembra che parli oggi, a noi. Mette a nudo i pesi e i contrappesi della nostra società. Quindi c’è dentro una forza di grande libertà espressiva”.

Quanto è ancora viva oggi la voglia di dittatura raccontata da Bernhard?

“Sarà probabilmente in una forma diversa, ma è senza dubbio ancora molto forte e presente; la voglia di essere sollevati dai problemi che attanagliano la società da parte di un apparato potente che ci dica cosa dobbiamo fare, questo certamente esiste ancora. Basta guardare cosa propongono le televisioni e come, in maniera delirante, controllano e condizionano le masse. Per non parlare dei numerosi e vari Spin doctor...”.

Cosa può insegnare quest’opera ai nostri giovani?

“Potrebbe insegnare molto, ma loro forse la sentono come un trascorso storico, e invece non è affatto così; nel 1988 Bernhard si concentrò sulla catastrofica situazione politica di allora. Il testo potrebbe aiutare a chiedersi quali possano essere le catastrofi odierne, ad esempio. I ragazzi potrebbero accorgersi che, tra le varie, la più imminente è quella ecologica. E potrebbero comprendere che a vincere ingiustamente è la legge del profitto, perciò certe decisioni non vengono mai prese”.


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