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Massimo Popolizio

Paladino dell’ecologia nel West con “Un nemico del popolo” di Ibsen.

Il nemico più pericoloso delle nostre società: la maggioranza, compatta e prepotente, che ci impedisce di vedere chiaro

di Massimo Popolizio

Marzo 2020

Metti una cittadina lontana lontana. E due fratelli: Thomas Stockmann è un medico e scopre che le acque termali, ricchezza della comunità locale, sono inquinate. L’altro fratello, Peter, il sindaco, politico insabbiatore, tenta invano di convincerlo che la sua denuncia porrà fine ai sogni collettivi di benessere. Che fare? Chiudere le terme e aspettare la bonifica o chiudere un occhio, anzi entrambi, in nome del presunto bene comune? Ecco, è questa, in sintesi, la storia di Un nemico del popolo.

Ibsen rappresentò la pièce nel 1883. Data sorprendente. Perché il testo sembra scritto ieri, non un anno prima del debutto. È profetico. Quando ho deciso di firmarne la regia, pensavo di metterlo in scena con la compagnia di Orsini, con cui ho lavorato tantissimo. Umberto avrebbe impersonato Peter; a me sarebbe toccato Thomas, il medico. Ma la produzione troppo impegnativa lo ha indotto a rinunciare. Così, l’ho proposto ad Antonio Calvi, il produttore di Ragazzi di vita, e lui ha subito accettato. E il sindaco? A chi assegniamo la parte? Ma a lei, Maria Paiato, mia compagna all’Accademia, che più volte mi aveva ripetuto: “Vorrei impersonare un ruolo maschile”. [ho accontentata. E la scelta non è una forzatura, perché il sindaco deve essere un personaggio lontano da tutti gli altri. Ovviamente, ho chiesto a lei di evitarne la caricatura, e a tutti gli attori una recitazione un po’ più spinta, per rispecchiare il furore che il tema sottende.

Un nemico del popolo è una grande provocazione contro la democrazia. E la traduzione di Luigi Squarzina, fatta per Tino Buazzelli negli anni 70, aveva già allora indicato una strada: quella dell’ironia e del registro grottesco. Noi l’abbiamo esaltata. In questo modo riusciamo a comunicare cose importanti senza impartire lezioni a nessuno. Gli argomenti seri, per essere compresi veramente, richiedono, a volte, leggerezza e intelligenza.

Per l’ambientazione, ho pensato a un piccolo paese del Kentucky, una provincia molto distante da noi; un West, con tanto di musica blues; una di quelle micro-comunità che racchiudono tutte le contraddizioni, gli odi, le invidie, le sporcizie di quelle maggiori. Tutti sanno di tutti, hanno scheletri nell’armadio e un passato non pulitissimo. In questo caso, tutti sfruttano per i propri fini l’affare delle terme, lo scandalo scoperto dal povero Thomas, perché a nessuno importa di risanare l’acqua inquinata. La domanda, in fondo, è: volete fonti pulite o l’occupazione? Ovviamente, per essere ecologici bisogna pagare un prezzo. Ristrutturare le condutture, per esempio, rifare le fogne. Cioè, affrontare spese. Dunque, aumentare le tasse, e nessuno è d’accordo.

L’interrogativo è molto attuale, ma trasporre la vicenda ai giorni nostri non avrebbe avuto lo stesso effetto che ha, invece, ponendola negli anni 1920-1930. Se in teatro vedessi una denuncia sociale ambientata ai giorni nostri. .. be’ a Report o a Piazza pulita sono molto più bravi. Noi facciamo arte, non sociologia, e quando proponiamo un tema civile, lo affrontiamo in modo teatrale.

Il quarto atto di Un nemico del popolo è cruciale: ha richiesto 15 giorni di prove, una fonica raffinata, cimici nelle orecchie degli attori, microfoni ... Thomas non sa in che modo comunicare alla gente la verità. Altri, come il sindaco e la stampa, al contrario, conoscono bene le arti del consenso. Il dottore affida al popolo la responsabilità: “Saremo tutti d’accordo - dice - nell’affermare che sulla faccia della terra gli imbecilli costituiscono la maggioranza. Allora perché dovremmo farci comandare dalla maggioranza?”.

Ecco il nemico più pericoloso delle nostre società: la maggioranza, compatta e prepotente, che ci impedisce di vedere chiaro. Certe verità sono presenti nelle coscienze, ma non sono ancora maggioranza. Appena lo diventano, tutto cambia.


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