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Manlio Santanelli: un universo vasto

"La sorte dell'ironia", primo volume della linea rossa collezione di teatro diretta da Antonio De Rosa (Edizioni MEA)



di Roberta d’Agostino


Leggendo un'opera di Manlio Santanelli ho sempre l'impressione che il vocabolario italiano non basti per scriverne nel modo giusto. L'universo del drammaturgo è immenso, originale, unicamente suo. Certo, la vasta conoscenza della tradizione teatrale napoletana lo fanno muovere con passi sicuri, e non mancano nella sua opera rimandi a Ionesco, Beckett e ad altri, ma Santanelli è unico. Cominciamo dal titolo, "La sorte dell'ironia", del primo volume della linea rossa collezione di teatro diretta da Antonio De Rosa (Edizioni MEA); si tratta di un piccolo colpo genio tale titolo perché ti colpisce e ti spinge a leggere il libro, e tra le pagine ti accorgi che nulla fu più azzeccato. L'introduzione all'opera, a cura dello stesso Santanelli, è la chiave di accesso per la lettura: "Io non credo nell'esistenza di una scrittura unica che sottenda l'intera opera di uno scrittore - dice l'autore - bensì di tante scritture quante sono le opere dello stesso. La scrittura di un drammaturgo va ad affondare le sue radici in quella interiorità da cui prendono le mosse i principali stimoli della vita". Ed è proprio così che si muove Santanelli; gli stimoli della vita sono l'alimento delle sue opere. Un guizzo, un attimo, un fatto sono la scintilla che fa nascere uno scritto. In questo volume sono contenuti: "La solitudine si deve fuggire" un monologo in cui la protagonista è una donna sola sui sessant'anni che trova un originale modo per vincere la sua solitudine. La figura della donna è dominante in questa opera, come in quasi tutte le opere di Santanelli; di esse è un osservatore scrupoloso che ne restituisce i mille volti, le arricchisce di una linfa vitale incredibile rendendole anche ironiche. Eroine quotidiane sempre indimenticabili. "Una domanda di desiderio" è un'analisi del rapporto di coppia dove, come suggerisce Mariano D'Amora nelle sue conclusioni, si parla del "concetto psicanalitico di rimosso e rimozione". Uno spaccato di vita quotidiana con tanto di meschinità maschile e furbizia femminile. I due atti che compongono" Un gioco di pazienza" rimandano a "La bisbetica domata" di Shakespeare con un ribaltamento dei ruoli interessante. Il sorriso accompagna il lettore che pensa di fare un comodo e rilassato viaggio tra le parole; ben presto si trova in un mondo dai contorni sempre più sfumati. L'esistenza, la norma, tutto quello che è considerato abituale, confortevole, quotidiano, viene messo in discussione. Santanelli è un cesellatore di pagine, un artista della penna che permette ai lettori e agli spettatori, quando le sue opere vengono trasposte sulle scene, di bagnarsi nei colori dell'assurdo, dell'irrazionale tenendo sempre quel sorriso sulle labbra che, però, a poco a poco, si trasforma in un ghigno. Magico cofanetto di emozioni, questo libro, confezionato per cercare di arrivare al sublime attraverso la lettura.


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