Voglia di teatroma... a fumetti, col popolare graphic novel sulla lotta dei Curdi all’Isis di Zerocalcare
di Lorenzo Ruggiero
Una compagnia teatrale di Firenze illuminata e virtuosa che da quindici anni tratta temi civili nei suoi spettacoli, e uno tra gli autori di fumetti più influenti degli ultimi anni, con all’attivo centinaia di migliaia di copie vendute e una candidatura al Premio Strega. Da quest’incontro nasce Kobane Calling on stage, trasposizione teatrale ad opera di Teatri d’Imbarco dell’omonima graphic novel scritta e disegnata da Zero calcare, romano, classe 1983, all’anagrafe Michele Rech.
Vedremo l’allestimento al Bellini di Napoli dal 3 all’8 marzo 2020, con la regia di Nicola Zavagli, le musiche originali di Mirko Fabbreschi e la supervisione di Beatrice Visibelli, prima attrice e art director della compagnia. Tredici giovani attori portano in scena il fumetto di Zero calcare, un reportage in forma grafica del viaggio che lo ha portato al confine tra la Turchia e la Siria a pochi chilometri dalla città assediata di Kobane, tra i difensori curdi del Rojava, opposti alle forze dell’Isis. Lo spettacolo fa parte di una trilogia, tutta diretta da Zavagli, che comprende altre celebri graphic novel: Corto Maltese - Una ballata del mare salato di Hugo Pratt e Cinzia, scritto e disegnato da Leo Ortolani.
Dopo aver conosciuto i libri di Rech attraverso la figlia di 16 anni, il regista, d’accordo con Emanuele Vietina e Cristina Poccardi di Lucca Comics and Games, si concentra su Kobane calling che, contrariamente a quello che potrebbe sembrare, non è un resoconto giornalistico. Racconta con piglio ironico quanto vede l’autore nel suo viaggio in “luoghi difficili” facendone una cronaca assai personale. Nell’albo ci sono punti in cui si ride, ma è sempre una risata mediata dalla situazione, un po’ come se Zerocalcare impersonasse il nostro lato inadeguato a comprendere eventi più grandi di noi, e quindi li affrontasse con un atteggiamento goffo, quasi fuori luogo. Il romanzo illustrato contiene tanti personaggi, e in scena viene riproposto questo affresco corale con linearità, senza perdere la ricchezza dei vari piani narrativi.
Zavagli definisce il suo spettacolo come un Documentary-Theatre, attraverso il quale affronta la sfida, insieme ad attori e collaboratori, di rispettare la cifra comica di Zerocalcare senza però perdere di vista il dramma di una guerra che riguarda tutti. A tal proposito, infatti, Kobane Calling on stage è dedicato alla memoria di Lorenzo Orsetti, trentenne toscano, morto combattendo al fianco del popolo curdo contro lo Stato Islamico della Siria e dell’Iraq.
La scenografia è arricchita dalla proiezione delle vignette del fumettista di Rebibbia, che accompagnano lo svolgimento della storia. Gli attori, attraverso la recitazione e la mimica gestuale, riproducono le espressioni grottesche, comiche e drammatiche dei personaggi presenti nel fumetto. La figura del mammut, che rappresenta la coscienza del protagonista, è qui interpretata da un attore in carne e ossa, Francesco Romano, a cui una gigantesca maschera conferisce una presenza scenica maestosa e totemica.
La potenza del fumetto, spiega Zavagli, è riuscita nell’arduo compito di portare molti giovani a teatro.
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