Lluis Pasqual nel tempio di Eduardo: “Mi affido al testo”
di Anita Curci
San Ferdinando di Napoli apre la stagione con un omaggio a Eduardo De Filippo, portando in scena dal 17 ottobre al 10 novembre 2019 un’opera scritta nel ‘48 e rappresentata l’anno dopo al Mercadante, La grande magia, con la direzione di Lluis Pasqual.
“Mi accosto con paura, ma anche con rispetto e fiducia a questa drammaturgia: confessa il regista spagnolo, da sempre legato al tema dell’illusione teatrale. “Vado nella tana del lupo”, continua, “proprio a fare La grande magia al San Ferdinando, dove risuonano ancora le voci di Eduardo e della sua compagnia... Ma ho fede in questo testo misterioso”.
Di Pasqual sono anche le scene e i costumi; le luci, di Merat. Sul palco, insieme agli altri, ci saranno Nando Paone, Claudio Di Palma, Alessandra Borgia. La produzione è dello Stabile napoletano.
Tutto si svolge nell’albergo Metropolitan, dove la direzione, per divertire gli ospiti, ha ingaggiato un prestigiatore, Otto Marvuglia. Nel corso di uno spettacolo, il mago esegue un numero durante il quale la moglie del gelosissimo Calogero Di Spelta si dilegua. In realtà Marvuglia ha consentito alla donna di fuggire con l’amante per poi far credere al marito che potrà riaverla se aprirà, con piena fiducia nella sua fedeltà, una scatola in cui sostiene sia rinchiusa. Quando la donna ritorna pentita, il marito non la riconosce, preferendo credere che la moglie devota sia custodita nella scatola magica.
“Al gioco di verità e menzogna ci siamo abituati nel mondo in cui viviamo”, riprende Pasqual, “l’illusione invece inganna, ma nutre una speranza che si rinnova tutti i giorni”
Le caratteristiche principali della sua regia?
“È un gioco di magia all’interno di un palcoscenico, dunque la scenografia è fatta di elementi usati dai maghi, di specchi, per esempio. Per i costumi, restiamo vagamente sugli anni Trenta. Per l’interpretazione terrò fede al testo. Sarà lui a parlarci e a dirci come dobbiamo fare”.
Cambiando protagonista (Paone al posto di Rigillo) cambierà il suo allestimento?
“In ogni regia il personaggio è un costume fatto su misura di qualunque interprete, perché è lui con il suo corpo e la sua arte a farlo vivere. Eduardo ha interpretato il mago e anche il marito in modi diversi. lo non so mai veramente com’è il personaggio fino a quando non mi trovo davanti all’attore”.
Pasolini diceva che Napoli è l’ultima tribù d’Europa. Che cosa ha intuito di questa città?
“A me pare che Napoli faccia il possibile affinché queste due parole coesistano: “caos organizzato” Per fortuna, probabilmente per l’amore che qui esiste per il teatro, mi è successo di cadere sulla parte organizzata”.
In che altro è impegnato?
“Dirigerò un teatro a Malaga acquisito dall’amico Antonio Banderas e che inaugureremo in autunno con A Chorus Line. Però, per il momento, penso solo alla Magia”.
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