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L’universo diffidente delle tifoserie organizzate

Pantaleo racconta pregi e limiti degli ultras


di Roberta D’Agostino


Al Civico 14di Caserta il 5 e 6 marzo va in scena Non Plus Ultras con Adriano Pantaleo che firma anche la drammaturgia con il regista Gianni Spezzano.

“Tutto nasce dopo la morte di Ciro Esposito – dice Pantaleo – il tifoso, mio amico, ferito (e dopo giorni di agonia, morto) fuori l’Olimpico poco prima della finale di Coppa Italia tra Fiorentina-Napoli nel maggio 2014. Quella sera, e ancora di più nei giorni sucessivi, ho pensato che dovevo fare qualcosa, indagare il fenomeno delle tifoserie organizzate. Con Spezzano ho avviato una lunga indagine sul mondo degli Ultras italiani. Non è stato facile penetrare in un universo notoriamente chiuso, diffidente. Siamo riusciti ad entrare in sintonia con i capi della curva A e B del Napoli e abbiamo capito tante cose, ma soprattutto la mentalità degli Ultras.

L’impianto drammaturgico dello spettacolo procede alla scoperta del loro codice etico e comportamentale svelandone pregi e limiti. Ciro cerca di conquistare la dolce Susanna, figlia del temuto capo Ultras Biagio ’O Mohicano. La sua strategia è semplice: riuscire, grazie all’aiuto del cugino ultras Salvatore detto Lupin, ad introdursi nel mondo della curva e a conquistare la benedizione dal padre della ragazza. Ma è lui a rimanere sedotto da una mentalità che restituisce senso alla sua vita piatta.

“Il mondo ultras – continua Pantaleo – ha mille sfaccettature, i lati negativi che tutti conosciamo, ma anche uno spirito e una forza di aggregazione che niente altro riesce a generare nella nostra società; né il mondo della cultura, nelle varie declinazioni, né la fede. Non è uno spettacolo ‘moralizzatore’ con giudizi sul mondo ultras, portiamo in scena i risultati della nostra inchiesta”.


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