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Il Napoli di Maradona un calcio che non esiste più

Sacco e Zavatto: “Non eravamo nati nell’84, ma la favola dello scudetto ha accompagnato

la nostra vita e i nostri sogni”



di Gabriella Galbiati

Dal 26 dicembre al 9 gennaio al Piccolo Bellini sarà in scena Cazzimma&Arraggia, spettacolo di Fulvio Sacco e Napoleone Zavatto, con Errico Liguori e lo stesso Sacco. I due autori raccontano com’è nata l’idea.

“Nel febbraio 2019 Hamsik, da 12 stagioni al Napoli e capitano della squadra da 6 anni, viene venduto. Siamo dei romantici, ci siamo rimasti male. Ci siamo chiesti quando fosse stata l’ultima volta che abbiamo vissuto un sogno. Siamo nati dopo l’arrivo di Maradona, troppo non-nati per piangere Berlinguer, troppo assenti dalla vita per vedere in scena Eduardo, troppo sobri per bere con Lucio Amelio. Ma sentiamo di appartenere a quei momenti, raccontiamolo! Per realizzare questo sogno siamo andati da Corrado Ferlaino, ex presidente della SSC Napoli, tifoso e uomo di raffinata intelligenza.

Ancora oggi ci chiediamo perché ha accettato la proposta di una video-intervista di due sconosciuti che niente volevano sapere di Maradona, ma di sogni e Napoli. È nato così il desiderio di raccontare la nostra versione dei fatti. Abbiamo scelto di farlo con la più grande impresa manageriale e sportiva del XX secolo. Dato che la fortuna aiuta gli audaci, sulla nostra strada abbiamo incontrato Armando Pirozzi, il nostro numero 10. Armando è il drammaturgo al quale abbiamo chiesto consigli e che ha saputo leggere le nostre fragilità facendoci un regalo assurdo: la sincerità!”.

Si racconta così a teatro il passaggio di Maradona al Napoli. “Pensiamo che ci siano delle narrazioni comuni, popolari e ormai appartenenti a un mondo che tra qualche anno perderemo. Forse non perderemo l’incoscienza di giocare per strada a pallone, ma noi parliamo di un calcio che non esiste più. Raccontiamo un calcio popolare, fuori dagli schemi del capitalismo e proviamo a fare lo stesso con il teatro. Non ci interessano i Ronaldo o i Messi, siamo cresciuti tifando il Napoli in serie C e raccontiamo storie di panchinari e riserve, tifando per Union Berlin e i gruppi di ragazzi che con 4 zaini e un pallone giocano i tornei più belli al mondo”.

I due protagonisti sembrano due disperati che cercano una rivincita nella vita e per la loro città. “Assolutamente no, ogni riferimento ai fatti realmente accaduti e persone realmente esistenti è da ritenersi casuale. Ad eccezione dei riferimenti al campionato italiano di calcio del 1986-1987 e 1989‑1990. Una volta fatta l’intervista a Ferlaino ci siamo resi conto che ci interessava la favola. Noi non eravamo nati nell’84. Ma la favola di Maradona e dello scudetto a Napoli ha accompagnato la nostra vita e i nostri sogni. Così abbiamo preso i fatti più noti della vicenda e gli abbiamo costruito attorno un racconto, vero o finto che sia, perché ognuno ha il proprio personalissimo ricordo di quei giorni.

Ma possiamo dire che la determinazione di Antonio Juliano e la scaltrezza di Dino Celentano hanno reso concreta un’operazione impossibile e la cazzimma e l’arraggia che proviamo a mettere in campo è il nostro modo di stare al mondo”.


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