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I cinque continenti del Teatro

Fatti e leggende della cultura materiale dell'attore


Di Eugenio Barba e Nicola Savarese

Edizioni di Pagina (pagg. 409, € 45,00 )

L'ATTORE: MATERIA VIVA DELL'ARTE



di Antonio Tedesco

Un libro che esplode di creatività. Da leggere, da sfogliare, da guardare. Da “gustare” pagina per pagina, verrebbe da dire. Con un impianto iconografico ricco ed estremamente ricercato. Che stabilisce con il testo un rimando e un dialogo continui. Accattivante senza essere ruffiano. Colmo di contenuti senza essere pedante. Non ponderose analisi critiche né forbite disquisizioni accademiche. L’arte del teatro come vita. Esperienza umana concreta. Elevata e profonda, ma anche giocosa e prosaica. Colorata e vivace. Ripulita da quella patina di sussiego che a volte la ingrigisce. Un teatro che si respira nel suo farsi quello di cui Eugenio Barba e Nicola Savarese ci raccontano in I cinque continenti del Teatro – Fatti e leggende della cultura materiale dell'attore (pagg. 409, € 45,00 ) recentemente pubblicato dalla barese Edizioni di Pagina.

Se può sembrare eccessivo dire “il teatro come non lo avete mai visto” è certo però che Barba e Savarese (un teatrante in servizio permanente effettivo da oltre cinquant'anni con il suo benemerito Odin Teatret, e uno studioso che ama evadere dai canoni accademici consolidati) ci offrono una visione dell'esperienza teatrale mossa, variopinta, che si concentra sugli aspetti più concreti e materiali dell’arte scenica. I luoghi fisici delle rappresentazioni, gli spostamenti, la remunerazione, i rapporti con il pubblico, quelli con l'autorità e la burocrazia. Un mondo intorno, e dentro cui, il teatro vive e si muove. E che il più delle volte tralasciamo di considerare. In definitiva, i cinque continenti cui allude il titolo sono essenzialmente quando, dove, come, per chi e perché, si fa teatro. Una variazione sulle famose “cinque w” (who? what? when? where? why?) del giornalismo anglosassone. Che sono, poi, gli aspetti della “cultura materiale dell'attore” (e della “antropologia teatrale”, teorizzata dallo stesso Barba) con i quali il teatro deve quotidianamente confrontarsi.

Non a caso le guide ideali di questo viaggio avventuroso sono i flaubertiani Bouvard e Pécuchet. Sperimentatori accaniti, quanto fallimentari, delle potenzialità del reale, che introducono con gustosi dialoghi le varie sezioni di questa sfrenata scorribanda. Che attraversa i luoghi e la storia. E ci dice come in ogni tempo, in ogni epoca, in ogni parte del mondo, l’arte scenica abbia saputo (e forse, dovuto) proporsi sempre in forme e modi diversi. Seppur mossa costantemente dalle medesime motivazioni.

Alla “costruzione” del testo danno il loro contributo, a vario titolo, critici, studiosi e artisti di ogni provenienza perché i “cinque continenti” alludono non solo alle modalità della pratica, ma anche all'universalità dei linguaggi teatrali.


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