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Due chiacchiere con Andrea Lavagnino

Voce italiana del Professore nella serie "La casa di carta"



di Roberta D'Agostino

Andrea Lavagnino è la voce italiana del Professore nella serie La casa di carta la cui quinta stagione è disponibile su Netflix da pochi giorni; lo abbiamo incontrato per conoscere il suo percorso artistico.

Come hai cominciato l'avventura nel mondo del doppiaggio?

Ho sempre amato la recitazione, rimanevo affascinato dai grandi attori che vedevo a teatro.

Ho studiato recitazione e mi sono avvicinato, abbastanza tardi rispetto agli standard, al doppiaggio intorno ai 30 anni. Sia nel teatro che nel doppiaggio ho fatto una bella gavetta.

La casa di carta: tu sei la voce del Professore, uno splendido personaggio, ci parli di questo impegno?

La casa di Carta è stato un successo planetario, una cosa completamente inaspettata anche per noi;

non avevamo idea di che cosa stavamo per fare quando siamo entrati in sala la prima volta, ma tutti ci siamo resi conto che era qualcosa di diverso di strano, di potenzialmente magico.

Dopo i primi turni abbiamo capito, io e i colleghi che hanno fatto questa esperienza con me che era qualcosa di bello e affascinante, e doppiare il Professore, interpretato dall’attore Alvaro Morte, è stato un privilegio. Con il Professore abbiamo anche delle cose in comune, e mi trovo molto bene a doppiare questo personaggio.

Mi sono divertito molto devo dire la verità, mi sto divertendo molto e ancora non è finita la situazione e quindi sono felice di continuare questa avventura.

Ci sarà una sesta serie de La casa di carta?

Non ci sarà una sesta stagione de La casa di carta, le 5 puntate che usciranno il 3 dicembre saranno le ultime. Finirà la serie ma si parla di possibili spin-off di qualche personaggio.

Quanto è difficile doppiare e quali differenze esistono nel doppiare attori che parlano inglese e quelli che parlano altre lingue.

Doppiare è un mestiere antico e per questo difficile quando c'è la tradizione di mezzo c'è sempre qualche difficoltà. Il doppiaggio è un'alchimia bisogna essere in grado di entrare in sintonia totale con il personaggio che stai doppiando seguendone tutte le pieghe e

per fare questo ripeto ci vorrebbe tanto tempo e il tempo è sempre di meno;

per questo a volte i doppiaggi sono fatti male o comunque non come dovrebbero essere fatti.

Ovviamente se tu hai un po' di familiarità con una certa lingua riesci a seguire o comunque sapere dov'è la parola che sta dicendo quell'attore in quel momento,

certo quelle lingue che sono proprio lontane da noi, come il giapponese, rendono tutto un po’ più complesso.

Hai una vastissima esperienza ma hai un personaggio a cui sei affezionato in particolare?

Devo premettere che noi doppiatori abbiamo una memoria molto corta perché facciamo talmente tanta roba, infatti abbiamo tre turni se non quattro al giorno e ovviamente ogni turno che facciamo è una lavorazione diversa, che ci ricordiamo solo le cose che ci sono rimaste più addosso.

Sono legato ovviamente al Professore de La casa di carta. L'attore l'ho doppiato in altre situazioni.

Forse il personaggio a cui sono più legato è stato Richard Castle nella serie Castle andata in onda per otto stagioni, è stata una serie che è andata anche molto bene ed ha avuto un grande successo.

A cosa stai lavorando sia come attore che come doppiatore?

Molti progetti, forse, anche un mio ritorno sulle scene da attore ma sono cose che, anche per scaramanzia, preferisco ancora non raccontare.


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