Alessio Boni, dalla pazzia di Amleto a quella del cavaliere errante
di Gianmarco Cesario
È un fiume in piena di entusiasmo e di voglia di comunicare, Alessio Beni, uno dei pochi attori italiani in cmi popolarità, talento, impegno e garbo riescono felicemente a convivere. Una giovinezza trascorsa impegnandosi in altri lavori (dal piastrellaio al seguito del papà, al poliziotto) nonché una sera, uscendo da teatro dove aveva assistito a La Gatta Cenerentola di Roberto De Simone, disse all’amico che l’accompagnava, con quell’accento bresciano che all’epoca non era ancora ingentilito dallo studio della dizione: “lo voglio fare quel lavoro lì”.
Lo racconta divertito e senza nascondere l’improbabilità, allora, di quel proposito, ma i fatti hanno poi dimostrato quanta dedizione, impegno e passione, naturalmente accompagnati al talento, siano elementi essenziali per poter realizzare il sogno di fare quello che ancora oggi non si può non definire come “il lavoro più bello del mondo”.
Tanti i personaggi interpretati per il cinema o la televisione, molti appartenenti all’immaginario degli sceneggiatori, ma anche quelli di uomini effettivamente vissuti, come Caravaggio, Walter Chiari, o recentemente, Enrico Piaggio, però il teatro resta il suo primo ed insuperabile amore, che ha vissuto e vive pienamente, dagli esordi con Luca Ronconi (suo insegnante alla Silvio D’Amico) nei panni di Amleto, a Don Chisciotte (da Cervantes), che in questa stagione porta in scena con la produzione Nuovo Teatro di Marco Balsamo due personaggi apparentemente uniti dalla follia. “La follia di Amleto è misteriosa: non sai se è causata dalla rivelazione avuta dal fantasma di suo padre: lo zio Claudio, si è impossessato dello scettro e della sposa, madre del principe, dopo averlo ucciso. È una situazione che turberebbe chiunque. Don Chisciotte, invece, appare palesemente folle agli occhi degli altri, ma lui assume in maniera sincera il compito di rimettere in sesto il mondo suo contemporaneo, che ritiene in totale dissesto, e decide, all’età di cinquant’anni (a quell’epoca ritenuta piena vecchiaia) di vestirsi con una corazza raffazzonata, di salire in sella a un ronzino malfermo non per motivi personali, ma per andare controcorrente, per ribellione, per conquistare la giustizia e liberare gli oppressi’: Don Chisciotte sarà in scena, nel mese di dicembre 2019 (7 e 8), al Carlo Gesualdo di Avellino e al Comunale di Caserta (dal 13 al 15), e accanto a Boni, nel ruolo di Sancho Panza un’inedita Serra Yilmaz. L’attore firma la drammaturgia insieme a Francesco Niccolini, Roberto Aldorasi e Marcello Prayer, e, con gli ultimi due, anche la regia, perché “la condivisione con altre menti arricchisce e insegna sempre qualcosa.
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