Storie di marinai con Cristina Donadio e Francesco Di Leva
“La vicenda? Quasi un musical ambientato nel porto di Napoli”
di Stefano Prestisimone
In principio fu La casa verde, secondo romanzo della carriera un premio Nobel per la letterara come Mario Vargas Llosa. In el volume del 1966 appariva il p rsonaggio minore di La Chunga, padrona di un bar peruviano, poi diventata, vent’anni dopo, protagonista della pièce omonima per il teatro, scritta sempre dallo scrittore peruviano naturalizzato spagnolo. È la rievocazione della sera in cui Josefino “impegnò” la sua ragazza, Meche, per poter continuare a giocare a dadi nonostante avesse perso tutto. La Chunga, la padrona del bar, gli fece credito ma, in cambio, volle Meche per tutta la notte. Cosa accadde quella notte resta un mistero. La drammaturgia di Vargas Llosa è divenuta un classico, che ora Pappi Corsicato porta al Mercadante di Napoli dal 25 marzo al 5 aprile 2020 con Cristina Donadio e Francesco Di Leva.
Corsicato, che versione di La Chunga vedremo?
“La pièce si svolge nella locanda della Chunga, che però ho trasferito nel porto di Napoli. I protagonisti sono quattro marinai di passaggio in città, una tappa ricorrente della nave da crociera su cui sono imbarcati. Ho pensato ai marinai ovviamente per via del porto in cui ho ambientato il lavoro, ma anche per ciò che simboleggia un po’ il marinaio, con una uniforme tra uomo macho e ragazzino. E c’è la rievocazione di quella sera in cui la ragazza di uno dei quattro venne data in pegno per poter continuare a giocare a dadi con i suoi tre amici”.
Cosa successe in quella camera da letto al piano di sopra?
“Ognuno dei quattro giocatori, ancora una volta nella locanda della Chunga a distanza di anni, dà una versione diversa dei fatti. Mèche dopo quella notte è sparita e non può confermare né smentire cosa sia veramente accaduto. Restano soltanto, sulla scena, i racconti dei quattro marinai. Ma la cosa interessante è che si scopre più la loro personalità che la verità su quella notte, vengono alla luce più le fantasie erotiche e sessuali che la realtà dei fatti. Si intuisce che c’è stato un probabile rapporto omosex tra la Chunga e Meche, ma è un gioco sull’immaginario femminile e l’immaginario maschile”.
Cristina Donadio sembra perfetta per il ruolo della Chunga.
“Sì, ovviamente è lei la padrona del bar intorno alla quale gira tutto il lavoro. Negli altri ruoli ci sono attori non troppo noti, ma molto bravi, Irene Petris, Antonio Gargiulo, Simone Borriello, Daniele Orlando”.
La scenografia?
“Sarà sicuramente non realistica, ma essenziale e scarna. E le musiche avranno grande importanza perché essendo le fantasie al centro dell’allestimento, si viaggerà molto sulle note, quasi come in un musical”.
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