di Antonio Tedesco
E’ una storia di vita e di teatro quella che Grazia D’Arienzo ripercorre in questo bel saggio dedicato a Renato Carpentieri (Renato Carpentieri – L’attore, il regista, il dramaturg. – Liguori Editore – pp. 238 - € 22,50). Vita e teatro che non sono scindibili nell’esperienza di chi come Carpentieri non ha mai separato l’impegno artistico da quello civile e politico. Facendo anzi del primo, specie in alcuni momenti della sua lunga carriera, uno strumento privilegiato per veicolare e diffondere gli altri due. Un percorso esistenziale da considerare nel suo complesso, dunque, e che l’autrice del saggio ripercorre con ammirevole scrupolo critico, analizzando con precisione, acutezza e ampiezza di documentazione, i vari aspetti di una carriera artistica lunga, articolata in più fasi e che, partendo dal teatro, si è diramata anche, in maniera significativa, nel cinema e nella televisione, ma conservando sempre una coerenza di fondo, senza mai tradire i propri principi e i propri presupposti. Il merito di questo testo è soprattutto quello di mettere in luce altri aspetti della carriera artistica di Carpentieri che ha raggiunto la piena notorietà come attore, ma ha svolto al contempo una preziosa attività di promozione artistica e culturale attraverso le sue regie finalizzate non solo alla semplice messa in scena di uno spettacolo, ma ad un percorso di conoscenza e consapevolezza del proprio lavoro per gli attori che vi partecipavano. Una presa di coscienza del valore del teatro come linguaggio artistico capace di comunicare sempre qualcosa di più oltre la superficie “scenica” dell’allestimento. Una trasmissione di quella esperienza che Carpentieri stesso ha acquisito attraverso la frequentazione giovanile dei Maestri (Dario Fo, Julian Beck, Peter Brook) e che ha messo “in circolo” ripiantandone i semi. Basterebbe citare le esperienze dei laboratori estivi nelle Ville Vesuviane a metà degli anni Novanta, vera fucina di attori che ancora oggi formano la spina dorsale di tanto teatro napoletano. Ma il saggio mette in luce anche l’attività svolta per l’importante progetto Museum, portato avanti per tredici anni con il Libera Scena Ensamble, attribuendo a Carpentieri, appunto, la qualifica di dramaturg, come è inteso in particolar modo nella cultura tedesca, e cioè non solo come produttore di testi ma soprattutto come ideatore e coordinatore di un progetto generale che quei testi contiene. Ampio spazio è dato anche al lavoro televisivo e cinematografico di Carpentieri, per il quale di recente ha ricevuto importanti riconoscimenti, come il David di Donatello per la sua interpretazione nel film La tenerezza di Gianni Amelio.
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