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Agenda settimanale spettacoli dal 9 al 15 gennaio 2023 in Campania

programmati dal Circuito Teatro Pubblico Campano



Teatro Italia di Acerra

Info 08118280134, 3333155417

Martedì 10 gennaio, ore 20.45


Teatro La Provvidenza di Vallo Della Lucania

info 0974717089

Mercoledì 11 gennaio, ore 20.45


Teatro di Napoli - Teatro Nazionale, La Pirandelliana

presentano


A che servono questi quattrini di Armando Curcio regia Andrea Renzi


con

Nello Mascia, Valerio Santoro, Gennaro Di Biase,

Luciano Saltarelli, Chiara Baffi, Fabrizio La Marca

scene Luigi Ferrigno

costumi Ortensia De Francesco luci Antonio Molinaro

foto di scena Marco Ghidelli

A che servono questi quattrini è una commedia di grande attualità. Andata in scena per la prima volta nel 1940 al Teatro Quirino di Roma, fu una delle più divertenti commedie che resero celebri i grandi fratelli De Filippo, Eduardo e Peppino.

La vicenda ruota intorno al Marchese Parascandolo detto il Professore che per dimostrare le sue teorie socratiche, bizzarre e controcorrente, ordisce un piano comicamente paradossale che svela l’inutilità del possesso del denaro.

L’Italia di lì a poco sarebbe entrata nel conflitto della II Guerra Mondiale e il mondo post-capitalistico dell’alta finanza era di là da venire, ma l’argomento, così esplicitamente indicato nel titolo, stuzzicò la curiosità del pubblico di allora tanto che, pochi anni dopo, nel 1942, la commedia venne trasposta sugli schermi cinematografici per la regia di Esodo Pratelli con Eduardo e Peppino De Filippo protagonisti e con, tra gli altri, Clelia Matania e Paolo Stoppa.

Bolle finanziarie, truffe internazionali, fallimenti di colossi bancari, tassi di interesse sproporzionati, spread e fiducia nei mercati sono “slogan” e ridondanti informazioni ampliamente invasive cui ci siamo abituati e che, per la maggior parte di noi, indicano situazioni fumose e di oscura interpretazione.

E forse proprio spingendo sul parossismo del gioco teatrale, mostrato a vista, e sull’assurda fiducia della variegata comunità coinvolta nel piano del Marchese Parascandolo, si può, con la scanzonata e creativa adesione degli attori e in un clima popolare e festoso, relativizzare il potere dei “quattrini”, valore-totem indiscusso, che tutto muove oggi come allora.


Cinema Teatro Modernissimo di Telese

Info 0824976106

Martedì 10 gennaio, ore 20.30


Teatro Partenio di Avellino

Info 0825270961 - 3484072885

Sabato 14, ore 20.45, e domenica 15 gennaio, ore 18.00


AG Spettacoli & Top Agency presentano


Francesco Cicchella in


Ancora…Bis!


Francesco Cicchella si gioca tutte le sue carte in un one man show esilarante, nel quale ritroviamo i suoi cavalli di battaglia (come le parodie dei cantanti Ultimo, Achille Lauro, Massimo Ranieri) e performances completamente inedite.

La comicità si sposa con la musica, come da sempre nello stile del giovane showman, per dare vita ad uno spettacolo ricco di emozioni e risate.

Sul palco, oltre all’artista partenopeo, che firma anche la regia, troviamo la sua fedele spalla Vincenzo De Honestis, la band composta da 8 elementi, diretta dal maestro Paco Ruggiero e due ballerine, che impreziosiscono lo show con le coreografie di Margherita Siesto.

Lo spettacolo è scritto da Francesco Cicchella, Gennaro Scarpato e Vincenzo De Honestis.


Cinema Teatro Italia di Eboli

Info 0828365333

Martedì 10 gennaio, ore 20.45


Teatro Umberto di Nola

info 0815127683, 0818231622

Venerdì 13 gennaio, ore 20.45


Teatro Eduardo De Filippo di Agropoli

Info 3247879696

Domenica 15 gennaio, ore 18.00


Italia Concerti in collaborazione con Teatro Diana

presenta


Maurizio Casagrande

in


A Tu per Tre

scritto e diretto da Maurizio Casagrande


con

la cantante Ania Cecilia

la pianista Claudia Vietri


scene Claudio Alfinito

costumi Rosaria Riccio

disegno luci Saverio Toppi


Lo spettacolo è strutturato in tre parti fondamentali che si amalgamano in una struttura omogenea. Nella prima parte la cantante, Ania Cecilia, presenta al pubblico Maurizio Casagrande, il protagonista della serata, raccontandolo come un uomo di successo che non si è mai montato la testa. Sembra l’inizio di una tipica serata di intrattenimento, ma subito qualcosa non va.

I due cominciano ad avere una serie di divertenti battibecchi dovuti alla incapacità della cantante di cogliere l’ironia dietro i gesti e le parole di Maurizio, che romperanno lo schema classico e noioso di questo tipo di eventi autocelebrativi sfociando in un esilarante testa a testa tra Casagrande e Ania Cecilia accompagnati dalle sapienti note del pianoforte suonato da Claudia Vietri che interviene nella discussione come giudice e paciere, ma che in realtà, da subito, favorirà la sua amica Ania Cecilia.

La scena si trasforma in un salotto nella seconda parte. Le due ragazze, come sempre complici, si siedono ai lati del protagonista e cominciano una sorta di intervista che, in realtà, è il pretesto che permette a Maurizio di raccontare divertentissimi episodi della sua vita e della sua carriera capaci di suscitare grande interesse e ilarità nel pubblico, che spesso interagisce direttamente con Casagrande avendo la sensazione di sbirciare nella sua vita privata.

Il tutto è impreziosito da momenti musicali di qualità e da messe in scena di grande impatto grazie all’uso di tecnologie video capaci di creare la suggestione di personaggi virtuali sul palcoscenico.

L’ultima parte dello spettacolo è un breve viaggio nelle canzoni di Ania Cecilia, che da anni, accompagna il percorso artistico di Maurizio. L’incontro tra i due è avvenuto molti anni fa grazie ad una canzone contenuta in un album della cantante intitolato “NUDA”. Partendo da questo incontro “particolare”, ovviamente sempre con leggerezza e divertimento, fa-remo un breve viaggio in alcune delle sue bellissime canzoni scoprendone il significato e la loro correlazione con Casagrande e alcune sue opere.


Teatro Comunale Costantino Parravano di Caserta

info 0823444051

Mercoledì 11 gennaio, ore 20.45

Tieffe Teatro Milano

presenta


Ebbanesis

Serena Pisa e Viviana Cangiano

in


Così fan tutte

liberamente tratto dall’opera di Mozart

elaborazione musicale e arrangiamenti Leandro Piccioni e Mario Tronco

libretto Andrej Longo


regia Giuseppe Miale di Mauro


arrangiamenti per l’ensemble di

Alessandro Butera - chitarra manouche, mohan veena

Marcello Smigliante Gentile - mandolino mandoloncello

Gianluca Trinchillo - chitarra classica


Tutto il mio lavoro – dice Mario Tronco – da sempre, dagli Avion Travel fino all’Orchestra di Piazza Vittorio, segue una linea che è quella della ricerca dell’origine che muove il processo compositivo. E questo, puntualmente, si presenta attraverso una matassa disordinata di notizie, esperienze, totalmente diverse che improvvisamente i snoda seguendo il percorso di un unico filo con cui costruire il disegno. Questo metodo io lo seguo soprattutto come musicista e mi aiuta a non pensare al

Teatro come racconto che avviene mediante sequenze di scene. Nel Flauto Magico il filo era la società multietnica raccontata da Bergman all’inizio del suo indimenticabile film. Nella Carmen il viaggio dei nomadi del Rajasthan e dell’espansione prodigiosa della cultura Rom. Nel Don Giovanni la libertà sessuale attraverso la musica da ballo.

Il Così fan tutte invece mi porta a Napoli, non solo come ambientazione geografica ma come mondo musicale e linguistico. Nella Napoli libertina e cosmopolita, colta e scurrile.

Il filo della matassa, questa volta, seguirà la strada tracciata dal Maestro De Simone con le sue trasposizioni della musica popolare in forma di melodramma, facendo finta che Mozart abbia ascoltato le melodie del “Così fan tutte” per strada, a Napoli, da musicisti ambulanti. A tal proposito i linguaggi adoperati saranno diversi, pur essendo attinti dalla stessa espressività napoletana. Un dialetto quotidiano realistico usato normalmente in città (sia pure oggi contaminato a diversi livelli ). Con tale linguaggio si svolgeranno il libretto e i dialoghi atti a mettere in risalto una realtà quotidiana di oggi come di trecento anni fa.

L’idea è stata quella di trasformare COSÌ FAN TUTTE in una storia cantata e recitata da due sole attrici, che vestono i panni di Fiordiligi e Dorabella. La storia è raccontata dalle due sorelle come fosse un lungo flash-back.


L’IDEA, IL LIBRETTO e la RIELABORAZIONE MUSICALE

In tutta onestà è nata prima l’idea di affidare il ruolo di Fiordiligi e Dorabella a Serena Pisa e Viviana Cangiano, conosciute come Ebbanesis, e poi la rielaborazione musicale che è stata composta assecondando e ispirandosi al loro straordinario mondo interpretativo. E’ stato divertente ed emozionante, lavorando insieme sul testo, scoprire la vicinanza caratteriale tra i due personaggi e le due interpreti. Fiordiligi e Dorabella vivono dunque da

sole e, da quel giorno in cui accaddero gli avvenimenti e l’imbroglio organizzato da Don Alfonso e i loro promessi sposi, è passato circa un anno. Sotto la cenere cova ancora qualche scintilla d’amore per i loro ex fidanzati, ma non per questo le due sorelle hanno intenzione di tornare con loro.

La rielaborazione musicale attinge dallo stile della Musica ambulante napoletana conosciuta come “Posteggia”. Le azioni cantate e i recitativi, saranno accompagnate da un trio di corde classico di questo genere (chitarre e mandolini) e spazieranno dal tessuto popolareggiante cinquecentesco (villanelle, moresche), da quelle dell’opera buffa napoletana fino alla sceneggiata


Teatro Ricciardi di Capua

Info 0823963874

Giovedì 12 gennaio, ore 20.30


Teatro Di Costanzo Mattiello di Pompei

Info 0818577725, 3381890767

Da venerdì 13 a domenica 15 gennaio

(feriali ore 20.30, festivi ore 18.15)


Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro in collaborazione con A.G. Spettacoli

presentano


Carlo Buccirosso in


L’erba del vicino è sempre più verde

scritto e diretto da Carlo Buccirosso


con (in ordine di apparizione)

Fabrizio Miano, Donatella de Felice Peppe Miale,

Elvira Zingone, Maria Bolignano, Fiorella Zullo

scene Gilda Cerullo e Renato Lori, costumi Zaira de Vincentiis musiche Cosimo Lombradi, disegno luci Francesco Adinolfi


Mario Martusciello, funzionario benestante di banca, da tempo in aperta burrascosa crisi matrimoniale con sua moglie, si è rifugiato da alcuni mesi in un moderno monolocale, vivendo un momento di profonda depressione, insoddisfatto del proprio tenore di vita, delle proprie ambizioni, delle proprie scelte, delle proprie amicizie, e non di meno di sua sorella, rea di preoccuparsi eccessivamente del suo inaspettato isolamento. In continua spasmodica ricerca di libertà, di cambiamenti, di nuove esperienze di vita e di un’apertura mentale che gli è sempre stata ostacolata dai sensi di inferiorità e dalla mancanza di spregiudicatezza, Mario guarda il mondo e le persone che lo circondano alla stessa stregua di un fanciullo smanioso di cimentarsi con le attrazioni più insidiose di un immenso parco giochi, cui non ha mai avuto l’opportunità di poter accedere…

Ed è così che pervaso dall’adrenalina della novità, dall’eccitazione del rischio, nonché dalla paura dell’ignoto, si ritroverà presto soggiogato dalla sindrome dell’”Erba del vicino”, ovverosia dalla sopravvalutazione di tutto quanto non gli appartenga, di ogni essere umano diverso da sé stesso, di qualsiasi tipo di emozione possa procurargli una donna che non sia uguale a sua moglie, come “una giovane avvenente influencer” conosciuta solo per caso…

Il tutto accompagnato da un senso di autocommiserazione, ed da un’ammirazione spropositata verso chi nella vita ha saputo guadagnarsi, con grande fortuna, soldi e successo a sbafo, a discapito suo che mai ha avuto il fegato di osare, né di cambiare modo di essere pur di raggiungere qualcosa d’importante…

È allora che quel senso di attrazione verso chi è diverso da te, che riesce in tutto più di te, e che sa essere quello che giocoforza non sei mai stato tu, potrebbe anche trasformarsi in un’irrefrenabile follia omicida, e a quel punto… sotto a chi tocca!

In un simile spiazzante panorama, chiunque avesse la malaugurata idea di suonare alla porta di casa Martusciello per qualsivoglia motivo, come per la consegna della ordinazione del giapponese o di un pacco postale, o peggio ancora per uno sventurato errore domiciliare, si troverebbe invischiato in una situazione non facilmente gestibile, con l’arduo compito poi di tentare di uscire dall’appartamento in tempi brevi, e possibilmente nelle migliori condizioni di salute!…

In definitiva, “l’erba del vicino” sarà pure più verde di quella dell’altro, ma ciò che conta è che non si macchi di rosso “sangue”… E se invece fosse proprio il vicino di casa in carne ed ossa, a sfidare la sorte suonando alla porta dell’appartamento di Mario, magari solo per chiedere la cortesia di qualche foglia di prezzemolo, cambierebbe qualcosa al finale della nostra vicenda?…

Carlo Buccirosso


Teatro Nuovo di Salerno

info 089220886, 089227595

Sabato 14, ore 21.00, e domenica 15 gennaio, ore 18.30


I due della città del sole

presenta


Miseria bella

di Peppino De Filippo


con

Francesco Procopio, Enzo Casertano,

Giuseppe Cantore, Loredana Piedimonte e Geremia Longobardo

regia Roberto D’Alessandro


Semplice e divertente è la trama della farsa del grande Peppino De Filippo: due fratelli artisti, squattrinati tanto da patire la fame, dormono nello stesso letto, in una casa dove vi piove dentro. Non riescono a pagare l’affitto al proprietario della casa.

Gli capita una commessa per realizzare una statua, e cercano di farsi dare un anticipo senza riuscirci. Poi arriva una donna che hanno conosciuto ed alla quale hanno fatto credere di essere grandi artisti e con la quale fingono di essere stranieri.

La farsa si chiude con loro che si avventano, divorandoli, su dei cioccolatini lasciati dalla ragazza, per poi scoprire che erano cioccolatini lassativi. In questo pretesto drammaturgico entra in gioco la tradizione del teatro Napoletano, quello di fine ottocento inizio novecento.

Un teatro che spesso si rifà alla commedia dell’arte, con lazzi, gags e giochi comici tirati fino all’inverosimile. Ed è su questo che si punta in questo allestimento. Far divertire, far ridere, così, sul niente. Senza volgarità. Un teatro di evasione di cui si sente estremo bisogno in questo periodo storico.

Il testo dà spazio a quello che viene detto, teatro d’esecuzione, nel senso che occorre grande capacità attoriale, tempi comici, grande senso del ritmo, affiatamento in scena. L’obbiettivo è la risata, ridere di tutto, anche della fame. Una risata che esorcizza tutto, persino la morte.



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