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Miracoli Metropolitani uno spettacolo di Carrozzeria Orfeo drammaturgia di Gabriele di Luca

Al teatro Bellini dal 22 Febbraio al 31 Marzo


Servizio di Rita Felerico


Napoli – Dopo il debutto all’interno del Napoli Teatro Festival nel luglio dello scorso anno, lo spettacolo Miracoli Metropolitani ritorna a Napoli al Teatro Bellini, soggetto in coproduzione, che ha già ospitato in altri anni - riscuotendo notevole successo- i lavori Animali da Bar e Cous Cous Klan. Restando fedeli alla loro cifra interpretativa e drammaturgica, mantenendo alta la caratteristica vena comica, con equilibrio miscelato alla serietà degli argomenti denunciati, anche questa volta Carrozzeria Orfeo mira giusto e coglie nel segno. Senza intervallo, le due ore di spettacolo non pesano all’occhio e all’ attenzione dello spettatore, letteralmente coinvolto nelle vicissitudini dei personaggi, delineati con grande forza caratteriale dagli attori. Si muovono su un palcoscenico magicamente e subitaneamente trasformato sotto gli occhi della platea in alternati piani di visione: si nascondono, avanzano verso le poltrone, si spezzettano, si illuminano o oscurano a sottolineare e dare corpo alle varie storie che si intrecciano. Di sottofondo la descrizione di un mondo saturo di rifiuti, tossico, ormai all’estremo, che costringe alla solitudine della reclusione all’interno delle proprie case abitanti trasformati ormai quasi in animali in gabbia. In primo piano l’inquietante e improbabile cucina dello chef stellato Plinio, caduto in povertà, ricavata in una vecchia e sgangherata carrozzeria da lui stesso riadattata. Plinio cucina e consegna a domicilio insieme alla moglie, Clara, ex lavapiatti concentrata verso una agognata ascesa sociale e un roboante benessere borghese, cibi per vegetariani, per celiaci preparati con precotti cinesi. Intorno a loro la cameriera etiope – con tutti i problemi irrisolti della immigrazione –; il figlio di Clara, accolto da Plinio come suo, psicologicamente problematico, grande appassionato giocatore di videogame sulla guerra; un aspirante suicida, un professore dalla vita enigmatica; e come se non bastasse la mamma di Plinio, ex sessantottina, imperterrita combattente contro le tirannie e i soprusi dei più deboli. Si incastrano le loro storie e i loro problemi in un grottesco e quanto mai ‘vero’ scenario di vita, o meglio falsa vita, che con irriverenza mette sul tappeto i limiti e le anguste sfere di libertà di un mondo e di un pensiero che non hanno ormai quasi più nulla da dire, se non riconoscere a fatica la cruda verità di ciò che si è e si è diventati.


Ho scritto il testo a ottobre, prima del Covid-19, già immaginando una società chiusa ormai in casa, perché il pianeta le si è rivoltato contro - racconta Gabriele Di Luca - Se in Cous Cous Klan a mancare era l’acqua, stavolta le fogne stanno esplodendo, i trasporti sono fermi, la disoccupazione tocca il 62%, la Messa si celebra soltanto in streaming. Il richiamo al nostro mondo e ai suoi escrementi, reali e figurati, mi sembra chiaro, come la metafora della solitudine sociale e interpersonale, ormai allarmante».


E parte dalla metafora del cibo, della ‘fissa’ per l’alimentazione che compensa tutta una serie di dolori e di alienazioni ormai incarnate nella decadenza di un Occidente non in grado di rispondere a desideri e bisogni quasi dimenticati. “La questione ambientale, la solitudine e la responsabilità: sono questi i temi attorno ai quali di sviluppa il mondo di Miracoli metropolitani. È il racconto di una solitudine sociale e personale dove ogni uomo, ma in fondo un’intera umanità, affronta quotidianamente quell’incolmabile vuoto che sta per travolgere la sua esistenza”, si legge nelle note di regia. L’ictus che colpisce alla fine Plinio – dopo la scoperta di ciò che si nascondeva dietro i comportamenti di ognuno – riesce a determinare un minimo di responsabilità e autocoscienza, tragicamente spezzato dal gesto di distruzione/autodistruzione che incombeva da sempre nella sua depressione.


Finalista al Premio Le Maschere del Teatro 2021 per il testo di Gabriele Di Luca, con il quale è stato selezionato come autore italiano nel progetto americano Italian Playwrights Project terza edizione (2020/22), lo spettacolo racconta di “Un mondo stupido - scrive l'autore Gabriele Di Luca - uno spettacolo dove si ride tanto, ma dove non si sta ridendo affatto. Un'umanità alla deriva, un gruppo di perdenti alla ricerca, ognuno, delle proprie verità nel tentativo di soddisfare i propri desideri più profondi. Nella loro cucina sgangherata i protagonisti devono vedersela con ricette assurde, per soddisfare le richieste del mercato globale, il tema del cibo è la metafora di un consumismo assurdo che trasforma tutto, anche un'esigenza primaria come il cibo, in una moda da cavalcare. Per restituire al pubblico la concretezza delle tematiche trattate, in Miracoli Metropolitani, si cucina davvero”. Uno spettacolo da non perdere, perché la bravura degli attori non solo fa emergere le caratteristiche di ogni personaggio in modo preciso e coinvolgente, ma dove il susseguirsi delle battute e dei dialoghi più meditativi si snoda con fluidità e trasparenza, come se fosse tutto ‘naturalmente’ vero e ci si trovasse anche noi spettatori a recitare su quel palcoscenico divenuto, senza sofferenza ma con un post- dolore, la nostra vita.


Miracoli Metropolitani

uno spettacolo di Carrozzeria Orfeo

drammaturgia Gabriele Di Luca

regia Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti, Alessandro Tedeschi

con (in o.a.) Elsa Bossi (Patty), Ambra Chiarello (Hope), Federico Gatti (Igor), Aleph Viola (Mosquito/Mohamed), Beatrice Schiros (Clara), Massimiliano Setti (Cesare), Federico Vanni (Plinio)

Si ringrazia Barbara Ronchi per la voce della moglie

musiche originali Massimiliano Setti

scenografia e luci Lucio Diana

costumi Stefania Cempini

una coproduzione Marche Teatro, Teatro dell’Elfo, Teatro Nazionale di Genova, Fondazione Teatro di Napoli -Teatro Bellini

in collaborazione con il Centro di Residenza dell’Emilia-Romagna “L’arboreto Teatro Dimora | La Corte Ospitale”


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