Oggi come ieri, l’orrore della guerra. Eroi e “femminelli” durante le Quattro Giornate di Napoli, per la regia di Pizzurro con Andrea Fiorillo e Mauro Collina. Le musiche di Enzo Gragnaniello
Di Geltrude Vollaro
Alluccamm per la regia di Luca Pizzurro, andato in scena al Bracco il 12 e 13 marzo, è un omaggio vero e sentito alla città di Napoli. Alla sua storia, alla sua memoria, al coraggio e alla dignità di molti che ne furono i protagonisti durante le Quattro giornate di resistenza, lotta e liberazione. Eroi sconosciuti i “femminèlli” durante l’occupazione nazi-fascista. Eroi che non devono essere dimenticati, a loro si deve il successo della resistenza civile della città durante l’occupazione tedesca. Al loro coraggio, alla loro ribellione. Proprio l’omaggio alla loro memoria, vissuto attraverso le emozioni, le movenze e le voci dei due protagonisti, Dolores e Iolanda, due femminèlli che portano in scena il dramma della solitudine, della diversità, della disperazione, della rabbia. La loro voglia di riscatto, di accettazione. Il bisogno incessante di un loro spazio in una società che pur avendoli accettati li considera sempre “comme sbaglie ‘e Dio” prende voce in un’interpretazione empatica, che arriva dritta come un pugno nello stomaco.
Bravi i due giovani attori, Andrea Fiorillo e Mauro Collina a dare vita ai protagonisti di questa Napoli che dal passato riesce a farci sentire il dramma della guerra che stiamo vivendo ancora una volta da spettatori. Dal palcoscenico la memoria diventa realtà parallela e la speranza che Dolores e Iolanda danno alla vita, salvando la neonata che gli viene affidata accudendola prima e, con un gesto d’amore estremo, lasciandola andare mettendola nella ruota dell’Annunziata è la speranza che va oltre l’orrore della guerra.
Quella neonata risveglia l’istinto di maternità, di protezione e di sopravvivenza. Un messaggio forte amplificato in quel pianto di fame. Un messaggio che arriva all’anima con le note del Maestro Enzo Gragnaniello e con la memoria del “femminiello storico” di Napoli La Tarantina.
RIPRODUZIONE RISERVATA
Comments