Con Mattia Torre l’uomo diventa “migliore”
Di Roberta D’Agostino
Migliore è l’atto comico di Mattia Torre in scena dal 4 al 9 e dall’11 al 13 gennaio alla Sala Assoli di Napoli; una produzione Casa del Contemporaneo in collaborazione con il NEST, che vede protagonista Giovanni Ludeno diretto da Giuseppe Miale di Mauro.
Torre racconta una storia al limite del paradosso in cui emerge l’idea distorta, in certi ambiti della nostra contemporaneità, che per raggiungere felicità e successo bisogn a mostrarsi sprezzanti, violenti, addirittura disposti a uccidere.
Un testo in bilico tra ironia e paradosso come conferma il regista: “Mattia Torre ha il dono di arrivare a tutto, proprio perché fa di questi due elementi la sua arma vincente. Lo spettacolo è divertente, ma nasconde tra le righe una grande tragedia umana e sociale. E Giovanni Ludeno, interprete perfetto, riesce a commuovere un attimo dopo aver fatto scompisciare dalle risate”.
Sul palco la vicenda stravagante di Alfredo Beaumont, un uomo buono, ordinario, dalla vita umile e senza particolari ambizioni, che un giorno si trova casualmente coinvolto in qualcosa di nuovo e traumatico: un incidente mortale. Nonostante l’assoluzione da parte della giustizia, egli sprofonda in un’avvilente crisi emotiva e interiore. Lo stesso mondo che gli aveva sbattuto porte in faccia, in quanto troppo onesto e bonario, adesso gliele spalanca favorendone il successo personale e professionale. Vestendosi di cinismo, Alfredo si trasforma seguendo gli influssi con cui il consesso umano lo plasma. Così, come suggerisce sarcasticamente il titolo, diventa “migliore”.
“La cattiveria che viene premiata – continua Miale di Mauro – è il mezzo che l’autore utilizza per farci scoprire le debolezze dell’uomo e le difficoltà di vivere in questa società che mira al successo come unico e possibile traguardo di realizzazione. Abbiamo lavorato al testo con il massimo rispetto, trovando significati anche nella punteggiatura, perché Mattia Torre è uno di quegli autori che ha lasciato il segno ogni volta che ha messo la penna sul foglio”.
La forza dell’opera nella sua integrità è stata rispettata sia dal regista che dall’interprete in quest’omaggio a un autore sorprendente scomparso troppo presto.
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