top of page

Teatro di Cortile 2021

Da mercoledì 30 giugno 2021, Palazzo Firrao Napoli

gli appuntamenti con Teatro di Cortile 2021

L’omaggio a Chet Baker di Bosso, Mazzariello, Popolizio e le barzellette di Ascanio Celestini in programma nella seconda settimana della rassegna



Sarà l’originale omaggio a Chet Baker di Fabrizio Bosso, Julian Oliver Mazzariello e Massimo Popolizio a inaugurare la seconda settimana di Teatro di Cortile 2021 nel suggestivo palcoscenico di Palazzo Firrao Napoli, rassegna ideata e organizzata dal Teatro Pubblico Campano che quest’anno, s'inserisce nella programmazione de “La Campania è Teatro, Danza e Musica”.

L’intera rassegna, declinata verso forme teatrali primarie, intime, quasi confidenziali, farà segno alla prossimità tra palco e platea come condizione necessaria di ogni rappresentazione, ma anche strutture minime e più complesse per l'impegno di attori, registi, musicisti e di tante altre figure professionali, a testimoniare l’originario impegno dietro ogni gesto, ogni parola, ogni suono.

Due allestimenti in scena, mercoledì 30 giugno e giovedì 1 luglio alle ore 21.00, animeranno il cortile del palazzo storico, tra i più belli del capoluogo partenopeo, che provano a suggerire come il teatro debba ripensare se stesso insieme con il pubblico, trovando, o semplicemente riscoprendo, una forma di parola e di ascolto nuove e più intense, e che traggono forza e significato anche dal particolare e difficile momento storico dello spettacolo dal vivo.

Il primo appuntamento della settimana, mercoledì 30 giugno, vedrà protagonisti Fabrizio Bosso (tromba), Julian Oliver Mazzariello (pianoforte) eMassimo Popolizio (voce recitante) in Shadows. Omaggio a Chet Baker. “Le memorie perdute” è il titolo del diario di una vita scritto da Chet Baker, ritrovato dieci anni dopo la morte del “James Dean” dei musicisti, progenitore del cool jazz che Fabrizio Bosso, Julian Oliver Mazzariello e Massimo Popolizio interpretano e rileggono. Le note di Baker saranno restituite in un “incontro” artistico che avrà il potere di evocare il passaggio unico su questa terra di un romantico jazzista alato.

Giovedì 1 luglio il palcoscenico sarà per Barzellettedi e con Ascanio Celestini, con le musiche eseguite dal vivo di Gianluca Casadei. Le barzellette pescano nel torbido, nell’inconscio, ma attraverso l’ironia permettono di appropriarcene per smontarlo e conoscerlo. E poi la loro forza sta nel fatto che l’autore coincide perfettamente con l’attore.

Non c’è uno Shakespeare delle storielle. Chi le racconta si assume la responsabilità di riscriverle in quel preciso momento. Ma anche l’ascoltatore diventa implicitamente un autore.

Per maggiori informazioni su Teatro di Cortile 2021 sono attivi il numero 3405813551 (dal lunedì al venerdì, ore 10.00/19.00) e l’indirizzo email info@teatrofirrao.it. I biglietti sono disponibili online sul sito www.teatrofirrao.it e su www.vivaticket.com


Mercoledì 30 giugno 2021, ore 21.00

Bosso/Mazzariello/Popolizio

in

Shadows. Omaggio a Chet Baker

Fabrizio Bosso - tromba

Julian Oliver Mazzariello- pianoforte

Massimo Popolizio - voce recitante


Le memorie perdute è il titolo del diario di una vita scritto da Chet Baker, ritrovato dieci anni dopo la morte del “James Dean” dei musicisti, progenitore del cool jazz che Fabrizio Bosso, Julian Oliver Mazzariello e Massimo Popolizio interpretano e rileggono.

Le note di Baker saranno restituite dalla tromba di Fabrizio Bosso e le sue memorie dalla voce di Massimo Popolizio. Un incontro che avrà il potere di evocare il passaggio unico su

questa terra di un romantico jazzista alato.

Il 13 maggio 1988 Chet Baker morì cadendo da una finestra del Prins Hendrik Hotel di Amsterdam. Quello che viene prima è una folle corsa tra musica, eroina, cool jazz, dagli anni Cinquanta agli Ottanta, dentro e fuori dal carcere, di amore in amore, da una parte all’altra dell’Atlantico, fino in Italia.

Per la prima volta Chet Baker ci fa ascoltare la sua vera voce, lasciandoci entrare nel suo mondo scompigliato e affascinante. In questo prezioso memoriale, scoperto a dieci anni dalla sua morte misteriosa, si susseguono ricordi d’infanzia, vividi e complicati rapporti d’amore, l’esperienza del carcere e delle droghe e infine – naturalmente – la musica. Durante tutto l’arco della sua vita Chet Baker torna sempre, infatti, a rifugiarsi sotto le ali accoglienti delle note della sua tromba e della sua voce inconfondibile.

A corollario del testo pubblicato da Minimum Fax Massimo Popolizio racconta e commenta, con la sua voce straordinaria, il personaggio di Chet Baker anche attraverso altri scritti, in prosa e poesia da lui scelti, interagendo con Fabrizio Bosso e Julian Oliver Mazzariello e conducendo il pubblico in un mondo, ora oscuro ora lieve, così come fu la vita del grande trombettista di Yale.


Giovedì 1 luglio 2021, ore 21.00

Barzellette

di e con Ascanio Celestini

musiche eseguite dal vivo di Gianluca Casadei


CHI È L’AUTORE?

Le barzellette pescano nel torbido, nell’inconscio, ma attraverso l’ironia permettono di appropriarcene per smontarlo e conoscerlo.

E poi la loro forza sta nel fatto che l’autore coincide perfettamente con l’attore. Non c’è uno Shakespeare delle storielle. Chi le racconta si prende la responsabilità di riscriverle in quel preciso momento. Ma anche l’ascoltatore diventa implicitamente un autore. Appena ascoltata, può a sua volta diventare un raccontatore e dunque un nuovo autore che la cambia, reinterpreta e improvvisa.


MODALITÀ DI ESIBIZIONE

Lo spettacolo avrà una storia di base che verrà usata come cornice, ma ogni volta le singole storie cambieranno per salvaguardare la modalità improvvisativa. Infatti il narratore ha un proprio repertorio, ma non lo riproduce mai per intero, né tantomeno con la stessa sequenza. Il testo di riferimento sarà un corpus di oltre duecento storie. Un grande contenitore che non viene mai mostrato per intero, ma sempre per frammenti: quelli utili alla narrazione di quella singola replica.


IL MONDO IN UNA BARZELLETTA

Le barzellette hanno attraversato il mondo e le culture vestendosi dell’abito locale, ma portando con sè elementi pescati ovunque. La stessa struttura di una storiella sarda che racconta la lite tra vicini la ritroviamo in una barzelletta cecoslovacca sull’invasione russa del ‘68. I carabinieri italiani in Francia diventano belgi. I tirchi sono scozzesi o genovesi e, un po’ ovunque, ebrei. Le barzellette sugli afroamericani quando arrivano in Italia finiscono sul corpo degli zingari. Se ne racconti solo un paio rischi di fare il gioco dei razzisti. Ma se ne metti in fila tante dimostri che nelle storielle c’è anche una grande compassione. Ci ricordano infatti che possiamo ridere di tutto e soprattutto di noi.


UNO SPETTACOLO PER TUTTI DA FARE DAPPERTUTTO

Non tutte le storielle sono per tutti e per ogni luogo, ma ogni luogo può accogliere molte storielle e ogni persona può ascoltarne tantissime.

Perciò l’idea che sta alla base di questo spettacolo è che possa essere rappresentato ovunque e per qualsiasi spettatore.

È una modalità che adottiamo da sempre. Abbiamo fatto spettacoli nelle scuole, nelle fabbriche, in strada, in ospedale, nei bar, in miniera, in treno e in molti altri luoghi apparentemente non teatrali. Con questo contiamo di fare un altro passo avanti.


UNO SPETTACOLO APERTO

Da sempre penso le mie storie partendo dal teatro, ma spostandomi in molti altri linguaggi. Appunti per un film sulla lotta di classe nasce come spettacolo, ma diventa un film per il Festival di Roma e un disco che ha vinto il Premio Ciampi. Anche Pecora Nera nasce in teatro, ma è diventato libro e film alla mostra di Venezia. I racconti della Fila Indiana nascono in televisione e solo dopo essere passati dal teatro diventano libro.

Le Barzellette provengono già da fuori del teatro. Nascono come libro con l’editore Einaudi e in teatro diventeranno uno spettacolo aperto soprattutto alla collaborazione con i musicisti.

Una piccola stazione terminale. I treni arrivano e tornano indietro perché i binari si interrompono. Un vecchio ferroviere parla al becchino del paese in attesa di un morto di lusso. Un emigrante che ha fatto fortuna all’estero e, ora che è morto, sta tornando al paese per farsi seppellire. Nell’attesa il ferroviere racconta le sue barzellette, quelle che ha raccolto dai viaggiatori. Gente sconosciuta che arriva e riparte senza lasciare nient’altro che le proprie storie buffe.

E perché le ha raccolte? Per far ridere il capostazione.

Nel tempo il vecchio ferroviere s’è innamorato delle sue storielle e non sappiamo se un giorno le racconterà davvero all’uomo per il quale sono state raccolte. O forse gliele ha già raccontate.

Forse il capostazione è lui. Forse non c’è nemmeno una stazione, il treno non arriverà mai e il becchino è venuto per seppellire proprio il barzellettiere.

L’unica certezza è che quel vecchio non riesce a starsene zitto.

Ma provaci tu a lavorare alla stazione del treno e restare zitto con la buriana che c’è. Se parli piano non ti sentono. Se stai zitto sei morto. Se strilli perdi la voce il primo giorno della settimana lavorativa. È tutto un equilibrio. E poi l’hai vista la gente che ci passa?

Senti questa.



Comentarios

No se pudieron cargar los comentarios
Parece que hubo un problema técnico. Intenta volver a conectarte o actualiza la página.
bottom of page