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Stasera, punto e a capo!

Massimiliano Gallo torna al teatro



Di Ciro Borelli


Ricorda un po’ il re Mida. Sì, perché qualunque cosa lui tocchi si converte in oro. Stiamo parlando di Massimiliano Gallo, attore brillante, poliedrico e prolifico come pochi. Figlio e fratello d’arte, Massimiliano Gallo ha finora dato prova del suo virtuosismo artistico cimentandosi nel cinema, lavorando per la TV ed esprimendo infine le proprie inesauribili potenzialità sul palcoscenico. La sua versatilità l’ha dimostrata interpretando ruoli diversi e assai distanti tra loro. Ha spaziato infatti dal mezzo tonto Lello il secondino (vice-portiere) del film Una festa esagerata di Vincenzo Salemme al testardo agricoltore protagonista di Veleno (diretto da Diego Olivares), dallo sciocco Salvatore, cognato di Riccardo Scamarcio in Mine vaganti (diretto da Ferzan Ozpetek), all’ambiguo panettiere Arturo Santaniello ne Il sindaco del rione Sanità di Mario Martone (liberamente tratto dalla commedia omonima di Eduardo De Filippo). E, in recenti fiction, ha vestito i panni di un esperto informatico (in Imma Tataranni – Sostituto procuratore), di un infelice commissario (I Bastardi di Pizzofalcone) e di uno sfortunato legale (in Vincenzo Malinconico, avvocato d’insuccesso). Questo talento artistico viene da lontano ed è frutto dell’abnegazione, della gavetta e della fatica e del sudore spesi in teatro, il primo grande amore. E poiché il primo amore non si scorda mai, tra una fiction e un lungometraggio Massimiliano Gallo riesce a incastrare finanche uno spettacolo teatrale da lui scritto, diretto e interpretato, Stasera, punto e a capo!

Ha voglia di mettere un punto Massimiliano Gallo. Ci prova, al Cine Teatro Partenio di Avellino, in una sala stracolma, facendosi affiancare da Shalana Santana, Pina Giarmanà e quattro straordinari musicisti. Ha voglia di ricominciare, ma non di azzerare. Anzi, del passato intende recuperare il meglio, per consentire ai suoi coetanei di riviverlo e riassaporarlo e alle nuove generazioni di apprezzarlo e, chissà, di invidiarlo. E quindi vai con le musiche degli anni Ottanta, quelle che facevano sognare e quelle che non potevi non ballare; vai con le pubblicità, quelle divenute cult; vai con le sigle delle trasmissioni TV più gettonate, con i volti dei VIP più amati, con gli eventi più significativi di quella stagione che ormai è STORIA. Un caleidoscopio di ricordi, ritmi, note, situazioni, immagini, emozioni, oggetti, giochi e chi più ne ha più ne metta. Qualche divertimento del passato si materializza in platea e voilà… gli spettatori tornano bambini. Neanche il tempo di rinsavire e qualche altra sorpresa ti ricatapulta indietro nel tempo. Il martellante e inevitabile confronto con la realtà odierna ti impone un continuo “ritorno al futuro”. Si scherza su tutto, anche su temi serissimi quali i diritti acquisiti. Ma la parola d’ordine è leggerezza. E interattività. Tanta. Perché lo spettacolo non è solo per il pubblico; lo spettacolo è del pubblico. E Massimiliano Gallo non è secondo a nessuno nella capacità di coinvolgere il suo uditorio. La sensazione è che lo spettacolo si costruisca sotto i tuoi occhi, col tuo apporto, per te ma anche e soprattutto con te. L’arte non è solo fruizione, è partecipazione, sembra dirci l’autore. È questa la magia del teatro: quello che avverrà stasera non avverrà mai più. Queste risate sono uniche, come questi brividi. La riproducibilità del mercato e del commercio è estranea alla sublime arte del palcoscenico. Stasera il protagonista sei tu, spettatore, questo spettacolo porta anche la tua impronta, sembra dirci Gallo. Io ti sto accompagnando, ma questo viaggio che ti offro è tuo, caro spettatore. Ti sto portando per mano, ma questa festa è tua, cara spettatrice. E chi mai rifiuterebbe un invito a una festa?


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