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Pinter: Tra vita, arte e impegno politico

  • proscenioweb
  • 24 mag 2022
  • Tempo di lettura: 3 min

Un Convegno al Mercadante per celebrare il grande commediografo a novant'anni dalla nascita



Pinter: Tra vita, arte e impegno politico

di Antonio Tedesco


È stato presentato martedì 17 maggio al Teatro Mercadante di Napoli il film Ritratto di Harold Pinter, documentario che Roberto Andò ha realizzato nel 1998, sulla figura del grande commediografo inglese. La proiezione è avvenuta a conclusione di un convegno di studi sullo stesso autore tenutosi, sempre al Mercadante, i giorni 16 e 17 maggio scorsi. Titolo del convegno, realizzato a cura di Roberto D’Avascio, Bianca Del Villano e Annamaria Sapienza dallo stesso Stabile di Napoli con il sostegno di Università e Istituzioni cittadine e regionali, è stato “Harold Pinter – la scena del potere, il potere della scena” e ha trovato spunto nell’anniversario (caduto in realtà nel 2020, ma che per ovvi motivo si è potuto celebrare solo adesso) dei novant’anni dalla nascita dello scrittore e commediografo londinese. Evento che si può considerare un importante contributo per rinnovare l’interesse intorno ad una delle personalità cruciali del teatro del Novecento. Il convegno ha visto alternarsi sul palcoscenico del Mercadante valenti studiosi provenienti da varie università, quali L’Orientale, la Federico II e l’Accademia di Belle Arti di Napoli, L’Università di Salerno, La Sapienza di Roma. Ma anche critici, giornalisti, attori e registi di teatro, ognuno dei quali, per il proprio settore di competenza, per esperienze di messa in scena, o anche per conoscenza diretta (la sua traduttrice italiana, Alessandra Serra) ha messo in luce un particolare aspetto dell’opera e della figura dell’autore inglese. Il cui lavoro, come si sa, non si è fermato alla pur innovativa e fondamentale scrittura per il teatro, ma ha spaziato in innumerevoli campi. Dalle sceneggiature per il cinema dove, firmando non pochi capolavori, è riuscito a ritagliarsi, a prescindere dai registi con i quali di volta in volta ha collaborato, uno spazio “autoriale” come a pochi altri sceneggiatori è riuscito di fare. La sua scrittura si è estesa poi anche alla radio, alla televisione, come alla poesia e al romanzo. Sempre lasciando un marchio, uno stile inconfondibile, qualunque fosse lo strumento espressivo utilizzato. Una scrittura, la sua, asciutta ed essenziale che rimanda a caratteri ed atmosfere fortemente impregnati di ambiguità e reticenza. Di tali caratteristiche espresse in forma letteraria, Andò, con il suo documentario, cerca di indagare le origini e le consonanze nella persona dell’autore. Nelle sue esperienze di vita, nella sua storia umana. E Pinter si offre alla sua macchina da presa come raramente ha fatto nel corso della sua carriera. Aprendo al regista italiano una porta interiore che è sempre stato riluttante a concedere ad altri. Ha mostrato i luoghi della sua infanzia in un quartiere dell’estrema periferia londinese. Ha raccontato le sue esperienze giovanili nella Londra devastata dai bombardamenti del Secondo Conflitto Mondiale. Ha parlato dei suoi amori, letterari e non, come delle sue idiosincrasie. Ma il film documenta anche un altro aspetto molto importante del personaggio, il suo impegno civile e politico che lo ha portato più volte a esporsi in prima persona per sostenere la causa della giustizia e quella dei paesi vittime di politiche internazionali inique e imperialiste. Riprendendo il tema del Convegno potremmo dire che Pinter non si è mai risparmiato nel contestare e denunciare la “scena del potere”. E con abilità e acume inimitabili ha saputo rendere universale tale denuncia attraverso “il potere della scena”.


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