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NID Platform “Pastorale”

  • proscenioweb
  • 12 mag 2022
  • Tempo di lettura: 2 min

Teatro Augusteo di Salerno 14 maggio 2022 ore 11



Questa nuova creazione coreografica di Daniele Ninarello nasce dal desiderio di affrontare il tema della riunificazione, della nostalgia dell’unisono. La prima suggestione arriva dalla visione di "Pastorale" (Rhythm) di Paul Klee. Pastorale è il terzo lavoro di un ciclo di quattro rituali coreografici esperienziali concepiti a partire dalla creazione di pratiche anatomiche

che si dispiegano nel comporre la dimensione spaziale e coreografica del rituale. Durante le varie fasi di ricerca, "Pastorale" prende spunto da un aforisma del compositore americano Moondog: “Non ho intenzione di morire in 4/4!”. Il mio interesse a lavorare con la sua musica nasce dal desiderio di esplorare l’universo che l’ha generata, caratterizzata da quello che lui definiva “Snaketime”, un ritmo scivoloso. Un altro incontro fondamentale per questo lavoro è stato il testo Numeri di Philippe Sollers, composto da cento capitoletti numerati in serie di quattro, che narra il nostro esistere su questa terra come un costante inseguimento, un costante derivare l’uno dall’altro.

In Pastorale, la coreografia vuole essere l’accorgimento creato per emergere da sé e accedere

all’altrove, per unirsi al fuori e all’altro che è prossimo a noi. Attraverso la composizione coreografica, l’obiettivo è quello di creare un processo mantrico che permetta ad ogni

performer di avvicinarsi e allinearsi al collettivo, di cogliere empatia e sintonia per raggiungere

quell’altrove che è puro stato di grazia.


Ideazione e creazione Daniele Ninarello

Danzatori Vera Borghini, Lorenzo Covello, Francesca Dibiase, Zoè Bernabéu Dramaturg Gaia Clotilde Chernetich

Consulenza Elena Giannotti

Luci e spazio Gianni Staropoli

Musiche Dan Kinzelman Dramaturg Gaia Clotilde Chernetich

Compagnia CodedUomo / Daniele Ninarello


Daniele Ninarello è un artista attivo nel campo delle performing arts. Il suo linguaggio coreografico si articola attraverso una costante ricerca di movimento che mette al centro il “corpo vivo” come luogo di mediazione. I suoi lavori sono spesso costituiti da pratiche di movimento che si dispiegano in una dimensione coreografica esperienziale, dove i corpi sono spesso orientati e tenuti in vita da una coscienza collettiva.


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