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"La Resistenza negata" di Fortunato Calvino

  • proscenioweb
  • 18 giu 2021
  • Tempo di lettura: 2 min

Figure di donne, uomini e femminielli durante le Quattro giornate di Napoli sulla scena picassiana di Gilda Cerullo realizzata con gli allievi di Scenotecnica dell’Accademia di Belle Arti di Napoli. Musiche originali di Enzo Gragnaniello



di Andrea Fiorillo

È stato in scena sabato 12 e domenica 13 giugno, per il Campania Teatro Festival 2021, in prima assoluta, lo spettacolo “La Resistenza negata” di Fortunato Calvino. Nella cornice del Bosco di Capodimonte, il testo vincitore della III edizione del Premio di Drammaturgia Internazionale “Carlo Annoni 2020”, scritto e diretto da Calvino, nasce con la collaborazione preziosa di ANPI Napoli e Antinoo Arcigay Napoli, ma sono stati soprattutto i ricordi del partigiano Antonio Amoretti, presente in sala, ad aver spinto e supportato l’idea e la scrittura stessa.

Partendo da un pretesto semplice, nel quale un nonno, partigiano durante le Quattro Giornate di Napoli, vuole raccontare al nipote la sua esperienza perché non rischi di cadere nell’oblio in questi tempi dove anche la memoria sembra non trovar spazio. Lo spettacolo rievoca così quei giorni di drammatico coraggio che hanno visto la popolazione liberarsi dalla dominazione violenta dei nazi-fascisti.

In un interno povero e disagiato, le figure di donne, uomini e femminielli, che combatteranno insieme per liberare la città dai tedeschi, si incontrano nel dolore, nella privazione e nei silenzi rotti dal continuo suono di bombe, proiettili e sirene.

Come topi chiusi in una gabbia dalla quale l’unica via di uscita è la violenza subita o perpetrata, gli attori si raccontano con una verità che è necessità, perché come afferma il regista e drammaturgo “La memoria è sacra, e voglio ricordare il ruolo che ebbero i Femminielli di Napoli durante le Quattro Giornate. Con il loro sacrificio contribuirono con tutto il popolo a liberare la città dall’occupazione Nazifascista. A Vincenzo, alla Cecata a Mariasole e a tante altre, che lottarono perdendo la propria vita sulle barricate di San Giuvannièllo e nei vicoli e nelle strade della città. A loro, è dedicato questo mio testo”.

Ricordare chi troppe volte è dimenticato, chi troppo spesso è stato estromesso dalla storia, per fare della memoria un necessario strumento di riconoscenza.

A dare corpo ad i vari personaggi ci sono Mirko Ciccariello, Carlo Di Maio, Ivano Schiavi, Ivana Maione, Rossella Di Lucca, Gregorio De Paola, Antonella Cioli e Luigi Credendino, a cui va un particolare plauso, confermato più volte dal pubblico che in sala lo ha applaudito fragorosamente. Gli attori si muovono in una scena picassiana di Gilda Cerullo e realizzata in collaborazione con gli allievi del corso di Scenotecnica dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, i costumi invece sono di Annamaria Morelli, mentre le musiche originali sono di Enzo Gragnaniello.


©RIPRODUZIONE RISERVATA



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