"La Resistenza negata" di Fortunato Calvino
- proscenioweb
- 7 giu 2021
- Tempo di lettura: 6 min
Sabato 12 giugno 2021, Capodimonte - Praterie della Capraia
Il testo dell’autore e regista partenopeo, vincitore del “Premio Carlo Annoni 2020”, debutterà, in prima assoluta, nell’ambito del Campania Teatro Festival 2021

Sarà il Campania Teatro Festival 2021 a ospitare, sabato 12 e domenica 13 giugno alle ore 21.00 nell’affascinante cornice di Capodimonte - Praterie della Capraia (ingresso Porta Miano) il debutto, in prima assoluta, de La Resistenza negata di Fortunato Calvino, testo vincitore della III edizione del Premio di Drammaturgia Internazionale “Carlo Annoni 2020”, di cui il drammaturgo partenopeo firma anche la regia.
Presentato da Prospet - Produzione Spettacolo, l’allestimento vedrà la presenza in scena di Carlo Di Maio, Mirko Ciccariello, Ivano Schiavi, Luigi Credendino, Ivana Maione, Rossella Di Lucca, Gregorio De Paola e Antonella Cioli, avvolti dalla scenografia di Gilda Cerullo, i costumi di Annamaria Morelli e accompagnati dalle musiche originali di Enzo Gragnaniello.
La drammaturgia originale de La Resistenza negata è incentrata sulla figura di Arcangelo, partigiano durante le Quattro Giornate di Napoli, che racconta al nipote la sua giovinezza in armi e la sua Resistenza.
L’uomo rievoca, così, i ripensamenti di chi ha combattuto contro i nazisti in una lotta impari, i morti e i sopravvissuti alla prigionia, ma, soprattutto, coloro che hanno combattuto per la libertà.
Tra essi, tante donne e femminielli, che combatteranno insieme per liberare la città dai tedeschi, in un finale dai connotati eroici.
“La memoria è sacra, e con il debutto in scena de La Resistenza negata – sottolinea Fortunato Calvino - voglio ricordare il ruolo che ebbero i Femminielli di Napoli durante le Quattro Giornate. Con il loro sacrificio contribuirono con tutto il popolo a liberare la città dall’occupazione Nazifascista. A Vincenzo, alla Cecata a Mariasole e a tante altre, che lottarono perdendo la propria vita sulle barricate di San Giuvannièllo e nei vicoli e nelle strade della città. A loro, è dedicato questo mio testo”.
Ci sono tutti gli stati d’animo di un popolo intrappolato in una guerra non voluta nell’allestimento, che punta sulle scene corali, seguendo le didascalie del testo e alternando ai dialoghi il suono ossessivo delle bombe, delle esplosioni che accompagnarono le giornate dei napoletani in quei giorni.
E’ un passato che non si deve dimenticare quello che mette in scena Fortunato Calvino con La Resistenza negata, attraverso la forza di uomini e donne, l’evocazione di quanti sono morti, di quanti sono sopravvissuti alla prigionia e di quanti si sono armati, combattendo per la libertà.
La scena dello spettacolo è realizzata in collaborazione con gli allievi del corso di Scenotecnica dell’Accademia di Belle Arti di Napoli.
Sabato 12 e domenica 13 giugno 2021, ore 21.00
Capodimonte - Praterie della Capraia (Ingresso Porta Miano)
nell’ambito Campania Teatro Festival 2021
Prospet - Produzione Spettacolo
presenta
La Resistenza negata di Fortunato Calvino
Premio di Drammaturgia Internazionale III Edizione “Carlo Annoni” 2020
con (o. a.)
Carlo Di Maio (Arcangelo anziano)
Mirko Ciccariello (Nipote/Sasà)
Ivano Schiavi (Mariasole)
Luigi Credendino (la Cecata)
Ivana Maione (Caramella)
Rossella Di Lucca (Filomena)
Gregorio De Paola (Arcangelo giovane)
e con Antonella Cioli (Maddalena)
scenografia Gilda Cerullo, costumi Annamaria Morelli
musiche originali Enzo Gragnaniello
trucco Federica Marino in collaborazione con “Iperurania Academy”
suoni ed effetti Mirkoc, grafica Paolo Foti, assistente alla regia Pina Strazzullo
regia Fortunato Calvino
Scena realizzata in collaborazione degli allievi del corso
di Scenotecnica dell’Accademia di Belle Arti di Napoli
durata della rappresentazione 85’
La motivazione del premio. “Testo teatrale originale e significativo incentrato su Arcangelo, partigiano a Napoli negli anni di resistenza che decide di raccontare al nipote la sua giovinezza in armi. Arcangelo è circondato da personaggi colti nella dimensione di napoletanità e legati a espressioni devozionali in un'atmosfera della città partenopea che in quel contesto drammatico rimane la stessa di sempre.
Il tutto ben delineato dal ripensamento di tanti che hanno combattuto contro il nemico nazista in una lotta impari: uomini e donne storditi da sirene di allarmi, da esplosioni di bombe, sepolti vivi nei rifugi o nelle cantine; dall’evocazione di quanti sono morti e di quanti sono sopravvissuti alla prigionia e di quanti si sono armati e hanno combattuto per la libertà”.
La Resistenza negata di Fortunato Calvino: persone e personaggi oltre le differenze.
“Un passato che non si deve dimenticare” è quello che mette in scena Fortunato Calvino con La resistenza negata e lo fa con coerenza alla sua cifra drammaturgica e stilistica, con una rappresentazione semplice e potente, in cui l’essenzialità espressiva è veicolo di densità di significati. Un italiano regionale modulato sull’andamento del parlato con intarsi dialettali è la colonna sonora delle emozioni, dall’amore sensuale alla paura della morte alla melanconia della memoria. Personaggi stagliati con vivezza si compongono in un quadro d’insieme di vissuto reale. E proprio la realtà storica dell’integrazione naturale dei femminielli nella vita quotidiana dei napoletani è quella che sta alla base della loro eroica resistenza dal nazifascismo: e dunque questa è una storia non di differenze ma di eguaglianze tra “uommene, femmene e femminielli”. Il metodo di lavoro di Calvino, basato sulla ricerca diretta delle fonti e delle testimonianze, ancora una volta ci fa riflettere sulle persone, oltre le differenze e gli stereotipi.
Patricia Bianchi
Professoressa ordinaria di Storia della lingua italiana
Università di Napoli Federico II
Commenti al testo premiato
Fortunato Calvino rappresenta una delle voci più interessanti della drammaturgia napoletana contemporanea. Lo è per le tematiche via via oggetto della sua attenzione, lo è perché costituisce una voce dal di dentro dei quartieri tradizionali napoletani non a caso la sua abitazione e il suo teatro sono situati nei "quartieri spagnoli". Anche questo suo ultimo lavoro ( ultimo in ordine di tempo) testimonia tali caratteristiche, rievocando suggestivamente aspetti poco noti delle quattro giornate di Napoli e del ruolo che in esso hanno avuto i femminielli, realtà culturali di cui mi sono interessato sin dagli anni Settanta e che solo recentemente sono stati legittimati in un discorso ufficiale. La ricostruzione di Fortunato Calvino si avvale della testimonianza puntuale di Antonio Amoretti, da lui individuato e col quale ha instaurato un rapporto di solidale colloquio. Ne è venuto fuori un lavoro di grande suggestione e originalità che arricchisce la nostra drammaturgia e che pertanto va salutata con enorme favore.
Luigi Maria Lombardi Satriani
Antropologo e politico italiano, già Senatore della Repubblica Italiana
“La resistenza negata” di Fortunato Calvino – inserisce nel quadro sociale una classe proletaria, dove le donne che fino al momento che precede la guerra sono rimaste confinate a casa a badare alla famiglia: qui si immettono nella lotta per scacciare i tedeschi da Napoli. Le protagoniste della Napoli dei bassi parlano con la forza incisiva del loro linguaggio, dimostrando di non essere da meno degli uomini nel coraggio di combattere; sciolto dalla limitazione della formula borghese, l’amore nei suoi diversi aspetti è mostrato alla luce del sole; vi prendono parte anche i femminèlli, una categoria ai margini della società, che della donna esprimono l’aspetto estetizzante, ma ne assumono tutta la carica passionale dei sentimenti, contribuendo a liberare dal nemico la città. Il racconto di quell’epoca eroica è il messaggio registrato che, ormai vecchio, l’antico partigiano, protagonista della liberazione di Napoli assieme alle donne e ai ragazzi, lascia come eredità al nipote.
Maricla Boggio
Grazie a Fortunato Calvino, per il suo testo " la Resistenza negata " sulle Quattro Giornate di Napoli, in occasione del 76° anniversario. Un testo questo di Calvino che va assolutamente portato in scena e che ci racconta di una delle pagine più belle della storia della nostra città, di quelle Quattro Giornate che consentirono a Napoli di liberarsi, prima città al mondo, da sola dalla violenza nazifascista. Libertà ottenuta grazie all'intelligenza politica della città e grazie all'azione eroica di uomini, donne e " femminielli", tutti insieme alleati per fermare le barbarie del fascismo e del nazismo. Nel testo emergono i racconti preziosi del partigiano Antonio Amoretti, del ruolo decisivo delle donne durante la Resistenza, del ruolo decisivo della componente femminile della nostra amata città. Il diritto alla memoria, il preservare il ricordo e trasmetterlo nel tempo, di quelle Quattro Giornate è vitale per il futuro di Napoli e ci racconta della capacità unica di resistenza e dell'animo libero di Napoli, una città che è capace di assorbire tutto come una spugna, ma che sa resiste quando è messa in pericolo, che Resiste ogni giorno, nonostante le sue profondissime contraddizioni - .
Antonello Anteo Sannino
(Arcigay Campania)
“La “Resistenza negata” di Fortunato Calvino: lo conosco da anni di avanguardie, e anche sperimentazioni nella realtà, tra la sua meravigliosa gente napoletana. Ecco avanzare le quattro giornate di Napoli del 27 settembre 1943, racconto del ruolo (rimosso, suggerisce l’autore) che ebbero le donne e i femminièlli di Napoli nella lotta contro i tedeschi. Calvino è struggente e concreto, vive in mezzo ai suoi personaggi, li presenta con una calligrafia che sa di realtà e fantasie, corpo e anima. La guerra suda con le figure che l’autore sente al volo, prova dolore e amore. I corpi contano come le parole che si attaccano alla bocca e agli occhi, sono un paesaggio frastagliato, inquieto, fermo e agitato dagli eventi.
Italo Moscati
Breve Biografia
Fortunato Calvino è nato a Napoli ed inizia la sua attività artistica nel 1978 come teatrante e filmaker. Nel 1985 debutta come regista teatrale con “La Signorina Margherita” di Robert Athayde. Seguono: “Vuoti a perdere” di Maurizio Costanzo(1989), “Il bacio della donna ragno” di Manuel Puig(1989/90), “Gocce su pietre roventi” di Rainer Werner Fassbinder(1992), “Anna Cappelli” di Annibale Ruccello, (1992), “Gardenia” di Maricla Boggio (1996), “Serao” di Maricla Boggio (2018), “Fuoriscena”(2018).
Nel 1990 esordisce come autore con la “La Statua”. Nel 1995/’96/’97 vince con “Cravattari” il Premio di Drammaturgia: “Giuseppe Fava”, il Premio “Girulà-Teatro a Napoli” e il premio speciale “Giancarlo Siani”. Altri Premi a “Cuore nero”: Premio “Calcante 2009”, “Antonio Landieri 2013”, nel 2014 vince la I Edizione del Premio “Concetta Barra”, “Premio Centro Antico”, e il Premio”Annibale Ruccello”.
Nel 2019 con “Pelle di seta” riceve la Menzione speciale al Premio “Carlo Annoni”. Nel 2015 realizza il film-documento “La Tarantina (Genere femminèllo)”. Nel 2018 la trasposizione filmata del suo testo “Cravattari”.
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