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"Il Colloquio" al Piccolo del Bellini di Napoli

In scena l'intreccio tra carcere, speranze e vite interrotte. Regia di Edoardo Di Pietro, con Renato Bisogni, Alessandro Errico, Marco Montecatino. Dal 24 al 29 maggio



Il Colloquio

di Marco Catizone


Una canovaccio frustro di attese irredente, in fila serpentesca a macerare, come rosario in grani; a sciogliersi in processione virginale, per donne vestali, matronali e abiette, lasche alla catena, per un destino già scritto, crocifisse al lutto d'un'attesa perenne.

Son lì, a spintonarsi scimmiesche, in tragicommedia avvinte, le donne-uomini en travestì, figlie e madri di minutaglia e popolo, custodi dell'onfalòs famiglio, disperso tra dentro-fuori, tra uomini-padri-mariti-figli in carcere a singhiozzo, captivi e siderali, a scontare le colpe degli uomini, chè alle donne, sacerdotesse superstiti, tocca il peso a fagotto del vivere diuturno, officiando il rito della quotidianità, represso in bisacce e buste di fortuna, da portar seco, da trapassar dentro.


Carcere e mura, chi è oltre è lemure, ectoplasmica assenza, da contemplare e distillare; chi è al di qua, nel consesso ambulatoriale delle ambasce compresse, nel giorno che trascolora nell'angoscia, rivive l'arcano ad uruboro, di liturgie che si rincorrono in cangnesco, di una vita spaccata all'ora, ferma icasticamente ad un minutaggio preciso, perchè indistinto, fumoso, senza più senso alcuno.


Poggioreale, inespugnabile valico d'ogni latitudine, regno ammuffito di Don Rafaè (De Andrè docet) è il palco tufaceo per le anime pezzentelle che vi ballano innanzi, tre uomini a gineceo, come Grazie svilite a ridondanza, maschere suppuranti di lacrime, pencolanti sul grottesco incedere di criceti senza gabbia: Bisogni, Errico, Montecatino, sono pleiadi svacantate, dal ventre floscio oppur vitale, pronte a scannarsi come in circus di frattaglie, amazzoni livide, feroci, eppur disperse in un non-luogo alla Marc Augè, davanti ad un Moloch che avvilisce, avviluppa, più chi è fuori, che chi vi pasce in botro.

E' un conto strascicato, una ballata di sfessania, una tammurriata cruda e ferrosa, di carcerate disperate e sodali, in punta di coltello; pronte (come appaiono) a sventrarsi a vicenda, oppure consolarsi nell'adiaccio, en plein air ripetendo il rito, il gorgo a prigionia: dell'esser alla catena per colpe indirette, a scontare il fermo, nell'ora sempre uguale, per aver scommesso a perdita, per aver disciolto trecce e crine all'uomo sbagliato, nel tempo sfumato di un futuro abortito alla radice.


Regia minimalista, ben ritmata, a scorrere sul binario scenico per sottrazione, di senso e nesso, costruendo un flusso di coscienza che non fa sconti a chi assimila il cunto.

Plauso ai tre attori, maschi coriacei ed ottimi riflessi, come schegge sbreccate di femmine biliose, specchi infranti che, comunque, rivendicano il diritto ad essere vive: chi nel ricordo vedovile d'un figlio sacrificato al Monstrum, i piedi sollevati, a penzolare all'infinito, oscillando come canne disperse nel dolore più profondo; l'altra, virginea vestale per un rito ancora da assimilare, timorosa e pregna, in attesa dentro e fuori, preda delle concupiscenze e delle ombre che assalgono i cristiani, quando non vi sono certezze d'acciaio, che reggano alle sbarre; l'ultima, guerriera in nome altrui, con ceri da portare, per fiammelle a ricordo da non sedare, mai sopire, mai allentare: perchè se il rito langue, allora le anime incarcerate son belle che morte, al di là dei corpi assenti.


Spettacolo completo, muscolare eppur delicato, segue un ritmo corpuscolare e a flusso incrociato, per trompe l'oeil che dal grotesque, dal drama, dilavano in farsa a crepapelle: il Colloquio con lo spettatore è ben riuscito, s'incista il rovello nei pensieri a reflusso: e adesso, che le assi son fredde, gli applausi scemati, la piece un refolo andato, siam poi così certi che la prossima visione d'una fila di donne, intabarrate ed imbustate, innanzi ad un portone ferroso, ferme come lastre scolorite, immobili nell'incanto dei dannati, non ci sollevi il cipiglio, corroborando il dubbio: chi è il captivo, e su chi cade la vera condanna?

Sipario, applausi, incastro perfetto: la piece non delude, ad maiora!

"Il Colloquio" al Piccolo del Bellini di Napoli. Regia di Edoardo Di Pietro, con Renato Bisogni, Alessandro Errico, Marco Montecatino. Dal 24 al 29 maggio.


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