Pompei Theatrum Mundi traduzione Giorgio Ieranò, regia Jacopo Gassmann, Pompei Teatro Grande 15 e 16 luglio 2022
di Rita Felerico
Pompei - Jacopo Gassman è il più piccolo dei quattro figli dell’indimenticabile Vittorio ed ebbe con lui forse un rapporto più dolce rispetto agli altri, come ha dichiarato a Emilia Costantini in una intervista pubblicata sul Corriere della Sera nel 2020, un rapporto diverso forse legato all’età del grande attore e da un amore per il teatro che in Jacopo, studente a New York, si trasforma ( dopo aver frequentato lo stesso corso di Marlon Brando ) nel desiderio di fare il regista. Vittorio interpreta negli anni cinquanta e sessanta al teatro grande di Siracusa una indimenticabile edizione dell’Orestiade di Eschilo per la traduzione di Pier Paolo Pasolini, ora Jacopo porta in scena nello stesso magico spazio Ifigenia in Tauride, sapendo trarre con grande maestria e stile dalla tragedia di Euripide tutte le innovazioni tecniche e stilistiche che essa contiene.
Inserita nel calendario di Pompei Theatrum Mundi nei due giorni di rappresentazione – 15 e 16 luglio - presso il Teatro Grande, il pubblico si è accalcato, desideroso di assistere ad una tragedia di sicuro impatto, nata sotto il sicuro segno dell’Inda.
Afferma il regista nell’intervista citata : “ E’ una tragedia rocambolesca ,mitologica, ma i personaggi sembrano uscire da un archivio borghesiano, giocano diventano scrittori e registi di se stessi. E’ la tragedia dei figli e le divinità guardano la loro tragedia senza parlare.” Euripide è colui che delinea i personaggi psicologicamente, colui che rispetto a Eschilo e Sofocle presta più attenzione ai sentimenti e a come essi possono mutare così come si dipana la narrazione, così come si insinua la presenza del deus ex machina. L’eroe di Euripide è più realistico, problematico, dubbioso, conflittuale; le figure femminili prendono corpo accanto agli esclusi, agli stranieri, sgretolando la figura compatta dell’antico eroe.
In queste pieghe innovative, le soluzioni registiche in cerca di contemporaneità si insinuano con dolcezza, senza sconvolgere il ritmo e la musicalità del linguaggio ‘antico’, anzi sia nella scenografia – dove sembra di essere immersi ( come immaginava e dice ) in un paesaggio lunare con un monolite kubrickiano che nei costumi ( che ricordano l’argento degli astronauti ) si stempera un dramma che, dopo tutto, trova uno sbocco, una via d’uscita per i personaggi che si sentono abbandonati al loro destino. “A un certo punto, da vittime del dramma, diventano scrittori e registi stessi del testo, sfondando l’illusione scenica nel tentativo di dare un senso agli eventi”. E il coro rimanda alle parole dell’antica sapienza e tutto ciò che accade rimanda ad una verità nascosta tutta da scoprire dietro ai paradossi, come la falsità dei rituali, come i sogni ingannevoli.
Commovente il dialogo fra i fratelli quando si riconoscono, presenza costante in scena la cerva morta, che rimanda alla nostra archetipa animalità, belle le immagini dei dipinti nel cubo bianco, tracce di una logica ormai in decadenza, bello il nero indossato dal coro e la soccombenza del re Toante, conscio di aver perso. Ma la guerra non è una soluzione, dice. Bravissimi tutti gli attori.
trama
La prima figlia di Agamennone, Ifigenia, che tutti credono morta, vive nella remota Tauride. La dea Artemide l’aveva salvata, sostituendola con una cerva e portandola lontano dall’Aulide, nell’attimo in cui il padre la stava sacrificando. Ifigenia lo narra nel prologo, descrivendo la sua dolorosa condizione di sacerdotessa di Artemide, straniera in un paese straniero, costretta a sacrifici umani. Il fratello Oreste, in fuga dalle Erinni, approda in Tauride con Pilade e sfugge al sacrificio perché riconosce la sorella. I tre beffano il re locale, Toante, e fuggono per mare.
IFIGENIA IN TAURIDE di Euripide traduzione Giorgio Ieranò regia Jacopo Gassmann con Anna Della Rosa, Ivan Alovisio, Massimo Nicolini, Alessio Esposito, Stefano Santospago, Rosario Tedesco coro di schiave greche Anna Charlotte Barbera, Brigida Cesario, Gloria Carovana, Roberta Crivelli, Caterina Filograno, Leida Kreider, Giulia Mazzarino, Daniela Vitale coro dei tauri Guido Bison, Domenico Lamparelli, Matteo Magatti, Jacopo Sarotti, Damiano Venuto scene Gregorio Zurla visual designer Luca Brinchi, Daniele Spanò, costumi Gianluca Sbicca musiche di scena G.U.P. Alcaro, disegno luci Gianni Staropoli maestro del coro Bruno De Franceschi, movimento e coreografie Marco Angelilli produzione INDA – Istituto Nazionale del Dramma Antico
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