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"Father and son" di Stefano Valanzuolo con Antonello Cossia

Al Campania Teatro Festival il rapporto Padre-Figlio prende corpo attraverso l’allestimento dedicato al trombettista e cantante statunitense di musica jazz, Chet Baker



di Anna Cascella

foto di Pino Miraglia

Domenica 4 luglio, nell’ambito del Campania Teatro Festival diretto da Ruggero Cappuccio e organizzato dalla Fondazione Campania dei Festival, è giunto alla sua seconda serata di debutto a Napoli, sul palco dell’area denominata Manifattura della Porcellana (ingresso da Porta Miano) a Capodimonte, "Father and son - Inseguendo Chet Baker " di Stefano Valanzuolo, diretto e interpretato da Antonello Cossia (voce recitante) e da Francesco Scelzo(chitarra), Enrico Valanzuolo(tromba). Produzione Altrosguardo.

Nel corso della storia il narratore si intreccia con le note di alcuni classici appartenuti al trombettista e cantante statunitense di musica jazz, Chet Baker, a cui è dedicato l’allestimento. Il titolo stesso rappresenta la prima parte di un dittico di spettacoli denominato Racconti in jazz

Tema centrale del testo è il rapporto tra un padre fragile, ma geniale, con il figlio, pur non trascurando fatti e misfatti di droga. Un rapporto carico di incomprensione e paura, ma anche di amore per la vita e per la musica. Che, tutto sommato, sono la stessa cosa.

Ed è proprio la musica a fare da sottofondo allo spettacolo in una danza magistrale tra ritmo musicale e ritmo recitativo.

L’ascoltatore attento può notare che spesso, durante tutto il racconto, i due ritmi si scambiano il timone nella guida, restituendo profonde emozioni: “…sanno comunicare qualcosa”. Una frase che spesso viene ripetuta dalla voce narrante quando si riferisce a quello che spesso il padre ripeteva dopo aver ascoltato dei giovani musicisti: tutti possono essere capaci di suonare, ma la cosa importante è riuscire a “comunicare qualcosa”. Comunicare, amare, sognare, un artista vero non può prescindere da tutto questo.

La profondità del testo non poteva trovare un interprete migliore di Antonello Cossia, attore nato nella periferia Nord di Napoli, che con professionalità e umiltà ha costruito da solo la sua strada di attore. Professione svolta sempre con la passione e la dedizione che gli hanno permesso di rappresentare sempre con profonda umanità e autenticità i personaggi che gli sono stati assegnati o che egli stesso ha scelto di interpretare.

Bravissimi i musicisti che appunto, anche se giovani, hanno saputo “comunicare qualcosa”, ma io direi non “qualcosa”, ma veramente TANTO.


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