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"Farfalle" testo e regia di Emanuele Aldrovandi

Alla Galleria Toledo di Napoli una storia pluripremiata con l’interpretazione di Bruna Rossi e Giorgia Senesi



"Farfalle" testo e regia di Emanuele Aldrovandi

di Pino Cotarelli

Con l’arguto e intelligente testo di Farfalle di Emanuele Aldrovandi, vincitore del Premio Hystrio 2015 e del Mario Fratti Award 2016, dalla cui motivazione si possono rilevare caratteristiche di sicuro successo: Per la tessitura drammaturgica di un testo capace di mantenere alta l’attenzione, ma anche di emozionare con barlumi di poesia. Per la bellezza di due personaggi femminili credibili, a tutto tondo, sapientemente tratteggiati con gusto contemporaneo. Ma anche per un realismo un po’ magico che lo trasforma in una curiosa favola nera dove i giochi sono crudeli e la bontà ambigua”, il debutto italiano, presso il teatro Galleria Toledo di Napoli il 19 e 20 marzo, dopo la prima mondiale di New York, con la regia dello stesso pluripremiato regista e commediografo, che ha diretto le due ottime attrici, Bruna Rossi e Giorgia Senesi, in questa drammaturgia impegnativa che ha richiesto notevoli capacità attoriali, ritmo, sinergia e una resa ottimale per poterne riportare la reale validità. Le due attrici hanno dato prova, con la loro bravura attoriale, di saper interpretare diversi personaggi, con repentini cambi di ruolo sulle musiche di Riccardo Tesorini, utilizzando buona mimica e rapidi cambi di voce, riuscendo così a trasferire al pubblico, divertimento e stati emozionali efficaci. Anche la scenografia, essenziale e dal colore rosso, tutt’uno con gli abiti delle artiste, è stata gestita dalle stesse, in continuità con la recitazione, per le diverse trasformazioni in: mobili di casa, ambulatori medici, bancarelle di mercato, negozi di formaggi, etc... Coprodotta da Associazione teatrale autori vivi, ERT – Emilia Romagna Teatro Fondazione e Teatro Elfo Puccini, la storia, che si muove tra Milano, Palermo e New York, di due sorelle, una bionda (Bruna Rossi) e l’altra mora (Giorgia Senesi), rimaste sole fin da piccole, a causa del suicidio della madre (mal digerita da una delle due), la loro difficile crescita, dopo l’abbandono del padre, scappato in America con la nuova compagna, per sfuggire ai debiti e ai conti con la giustizia. Due bambine-donne che continuano all’infinito il loro gioco preferito, a turno: chi ha in mano la collana a forma di farfalla, può obbligare l’altra a fare qualsiasi cosa, come svendere fotografie in uno squallido mercatino o far tatuare su una gamba “sono una puttana”; insomma, imposizioni, dispetti, ripicche, cattiverie, derisione, accettate solo per non far interrompere il gioco, dimostrando così che si vuole bene incondizionatamente. Ma poi interviene un improbabile matrimonio scelto deliberatamente, anche se imposto dal padre, da una delle due sorelle, per emanciparsi e sfuggire alla condizione di povertà e abbandono. Scelte di vita obbligate e inattese trasformano le due ragazze in donne in un cambiamento che le porta prima ad allontanarsi e poi a scontrarsi violentemente. Un gioco che si spezza e rompe un sodalizio e il suo incantesimo, in maniera inaspettata e violenta. Un bel lavoro che cattura l’attenzione e la concentrazione dello spettatore, meravigliando, divertendo, emozionando.


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Regia, scene, luci e costumi di Theodoros Terzopoulos. Al Teatro Bellini di Napoli dal 24 febbraio al 5 marzo di Antonio Tedesco Beckett ritornò più volte sul testo di Aspettando Godot, specie in occa

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