Capodimonte – Cortile Della Reggia – 14 e 15 giugno ore 21.00 – Nell’ambito di Campania Teatro Festival 2022.
di Marco Catizone
Nasi a pinocchio, sardonici e priapeschi, ben calati sul volto riflesso di attori minimali, incamiciati a scolaresca; s’apre il monologo corale, conto di memorabilia in minimo plesso, per un Timi-Mangiafuoco ed i suoi burattini, dai fili recisi, dai fragili amplessi, come “Piccole Cose” gettate nell’oblio, nel pantano a rotolarsi, a fondersi col non-sense del quotidiano riprodursi. Un calambour di frattaglie ripesate a dismisura, ripescate a strascico, rimestate a rete fitta, per non perderne il nesso, il senso, il guizzo: res minimae, minute, insondabili, ridotte, come mozziconi da ultimo tiro, centesimi dispersi, sassi solinghi, lumache incazzose, moscerini all’ultimo amplesso, reductio ad unum, come lacerti d’umanità solipsistica e riflessa.
Dove? In specchio a pozzanghera, asola di dispersione, per infilar la piaga nel dito, a perdere monologhi, e puntarlo al cuore dell’umana solitudo; come stilla infelice e fregnona, a cadere da rubinetteria sciatta e difettosa, in resa e contrappunto; come fossero lacerti, strappi nel contesto, piccole tragicommedie in costanza di teatro, con Timi che si fa incipit e coreuta, lasciando il canovaccio in mano ai suoi folletti, ai suoi transfughi in formato ridotto, in ressa mignon.
Piccole Cose è riflessione e contezza, dell’esser frammenti su tavolozza, rimestati a riflusso, pixel a coriandolo, a comporre il mosaico, il risiko degli oggetti e sensazioni e sentimenti: ogni particella è parte di un flusso, ogni seme, meme, è sineddoche imperfetta che ci ricorda il segno, la ratio, dietro il diuturno fluire, la comedia in-umana dei simboli a contorno. Brandelli del tutto, gli oggetti-animali-fenomeni a consesso tracciano la scia di un senso fuor di senno, dove il mozzicone triste, solitario y final rivendica l’orgoglio d’esser l’estrema sigaretta, condannata all’abbandono; dove l’infimo moscerino balla il suo valzer di pulsione e morte, dove la candela non brucia e non cola, perché inutilmente priva di stoppino, di certo non dell’anima, questa sì, incandescente...
Filippo Timi, crooner sornione, retorica azzerata, graffio alla Joe Cocker, è mentore ed attore finissimo, eppur muscolare, antiretorico quanto abbasta; imbastisce il conto assieme alla ciurmaglia (ragazzi puntuti, precisi, tempi sincronici, simil-perfetti), romantico e frizzante, con tocco nostalgico (ottima la scelta musicale) e frezza a giamburrasca.
Intona il canto delle cianfrusaglie, il gran valzer della minutaglia, accompagnato da armigeri assisi e pronti alla vindice ribalta, su scudi ed egida, quasi edere tignose, ad arrampicarsi pugnaci, rivendicando il senso dell’esserci, pur non apparendo, distonici tasselli di un racconto spiazzante, eppur delicato.
Un divertissement che colpisce il nerbo, lasciando il segno. Uno spettacolo selezionato da: Next – Laboratorio Delle Idee, prodotto da Teatro Franco Parenti. Sulla scena con Filippo Timi, Erica Bianco, Livia Bonetti, Matteo Cecchi, Francesca Fedeli, Roberto Gudese, Ilaria Marchianò, Viola Mirmina, Marco Risiglione, Federico Rubino.
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