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CTF – "Non perderti niente"

25.6.2022 – Napoli – Teatro Mercadante Concerto Autobiografico di Luca Barbarossa



Foto: Danilo D'Auria

di Generoso di Biase


La prima a Napoli di “Non perderti niente”, concerto autobiografico di Luca Barbarossa, si è tenuta, nell’ambito del Campania Teatro Festival, al prestigioso Mercadante.

Cornice, appunto, prestigiosa che ben si adatta ad un concerto del cantautore romano ma, ancor di più, alla persona di Luca Barbarossa.

Di Barbarossa è già stato detto tutto. Una carriera di 40 anni. 40 anni sotto i riflettori ci ha dato modo di conoscerlo sotto molteplici aspetti, anche come conduttore televisivo e radiofonico. La costante di Barbarossa è che non sa proprio deludere.

Eppure, nonostante la profonda conoscenza del personaggio, al Mercadante, Luca Barbarossa ha continuato a sorprendere, senza privarsi di sfoggiare tutte le sue più note caratteristiche: la sensibilità, la dolcezza, la profondità dei pensieri, offerti con il garbo di chi ha l’esatta concezione del proprio io, mostrato al pubblico, che è lì per acclamarlo, con un’ironia tipica delle persone che possiamo definire, in estrema sintesi, intelligenti.

Tutto questo fa di lui un vero, quanto inatteso mattatore, pur rimanendo l’antidivo per eccellenza.

Sorprende che, nonostante il sorriso sia quello semplice dei ventenni (“almeno da lontano”, così lui afferma sul palco) che seguono i propri sogni, tenga la scena come e più di un sofferto chansonnier. Il nostro protagonista dà allo spettatore la sensazione di trovarsi davanti a una persona vera e che nulla di ciò che giunge dal palco sia frutto di una trovata per incantarlo.

Magistralmente accompagnato da Stefano Cenci alle tastiere, alle chitarre da Claudio Trippa. Collaborazione e complicità ampiamente collaudate nel programma “Radio 2 Social Club”.

Tantissimi i successi riproposti sul palco, a partire da “Roma Spogliata”, passando a “Come dentro un film”, “Yuppies”, “Al di là del muro”, “L’amore Rubato”, insieme a tanti altri, per finire a “Portami a ballare”, brano con cui vinse il Festival di Sanremo del 1992 e, come tutti sanno, dedicato alla madre Annamaria (unico neo, la mancanza nella selezione di “Fine di un amore”).

Toccante, al preteso bis da parte del pubblico, l’omaggio a Napoli, in particolare con “Passione” di Libero Bovio, e come se non bastasse, anche un’ottima interpretazione a cappella di “Reginella”.

Il concerto è stato anche l’occasione per presentare il libro dall’omonimo titolo e che dà spunto al concerto. E, se tanto mi dà tanto, il libro va senz’altro letto.

Uno spettacolo senza momenti di stanca, nonostante sia durato oltre un’ora e mezza, raffinato, senza eccessi e tanta umiltà, riscontrata nelle piacevoli, autoironiche battute che accompagnavano, tra una canzone e l’altra i racconti di aneddoti di vita vissuta.

Umiltà, niente affatto modestia, ma sublimazione del proprio valore


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