Una performance teatrale nell’Archivio Storico di Napoli ideata e curata da MARINA RIPPA per F.PL. FEMMINILE PLURALE. Messinscena Marina Rippa - Consulenza Musicale Fiorella Orazzo Costumi e oggetti Monica Costigliola
di Anna Cascella
Ritrovare le proprie radici. Collegarsi al flusso della storia cui ognuno appartiene. E dare di tutto questo una visione “al femminile” evocando innanzitutto Le Antenate. Come ha fatto Marina Rippa, che firma questa performance teatrale andata in scena nei locali dell’Archivio di Stato di Napoli dal 16 al 18 giugno scorsi nell’ambito della programmazione del Campania Teatro Festival. Le vere protagoniste della messinscena, dunque, sono le “Donne” e raccontano ciascuna la vita di una propria antenata, la sua vicenda umana, la sua storia, e in essa trovano nuovi spunti per rafforzare il senso della propria vita attuale, ma anche vie e indicazioni per possibili prospettive di vita futura.
Lo spettacolo pone l’accento su alcuni caratteri peculiari del genere femminile come la capacità e la forza della sopravvivenza rispetto alle avversità della vita, spesso sostenuta, ma a volte sopraffatta dal dono della procreazione; la forza che ogni donna riceve da un’altra donna indipendentemente dall’età, anzi, in misura maggiore. proprio da quelle che sono venute prima di loro. Come fosse una sorta di torre ideale che svetta verso il cielo in cui ognuna è sostenuta dalle spalle dell’altra e regge a sua volta un’altra donna ancora come nell’infinita catena evocata da Clarissa Pinkola Estés in Donne che corrono coi lupi".
Particolarmente suggestivo e fortemente simbolico il libro aperto illuminato e sorretto dalle singole attrici, la cui luce, emanata da quelle stesse pagine, rappresenta per ciascuna di esse la propria storia familiare che illumina il presente e fa meglio intravedere la strada da percorrere.
Così come di grande suggestione risulta la location con i tanti fascicoli e atti che raccontano le storie delle famiglie napoletane che bene si adattano ai racconti delle Antenate che sembrano scaturire da quegli stessi fascicoli come a stringere in un abbraccio avvolgente attori e spettatori che si integrano armoniosamente, abbattendo idealmente la quarta parete.
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