Regia di Marco Caronna
Real Bosco di Capodimonte – Prateria del Gigante. 12 Luglio 2022 ore 22:30
Di Alex Capuozzo
Il fatto è semplice e ben noto a tutti: la nazionale italiana di calcio guidata da Enzo Bearzot, nell'estate del 1982, partecipa al campionato del mondo e, contro ogni pronostico, lo vince.
Federico Buffa, classe 1959, è un giornalista e telecronista sportivo di lunga esperienza. Appassionato di basket, da diversi anni, prima in televisione per Sky poi anche in teatro, prende fatti e personaggi dello sport dal 900 in poi, li mescola con elementi immateriali, soggettivi, emozionanti e anche immaginari per mettere in scena dei meravigliosi storytelling.
Il metodo è quello codificato da Alessandro Baricco: sfila via i fatti dalla realtà, quel che resta è storytelling. Buffa fa esattamente la cosa inversa, prende un modo di raccontare le cose, ci mette dentro un fatto o dei personaggi che sono nell'immaginario collettivo e va in scena.
Quello dello storytelling è una forma di rappresentazione abbastanza recente. Se vado indietro con la memoria vedo il Mistero Buffo Dario Fo, ma quello era teatro. Vedo Giorgio Gaber, ma quello era teatro canzone. Negli ultimi anni ho visto spesso giornalisti come Travaglio, Severgnini e Scanzi cimentarsi in teatro con lo storytelling socio-politico di costume. Roberto Saviano ha dato il suo contributo al genere con le sue orazioni civili ma, nella mia opinione, non saprei dire se si tratta di teatro in senso stretto.
Lo storytelling di Italia Mundial ha il pregio di avvicinarsi decisamente al teatro di intrattenimento. Per quanto un telecronista di basket sia abituato a parlare svelto, non dovrebbe essere un attore. Al contrario Federico, che evidentemente ha studiato e fatto tanta pratica in televisione e in sala montaggio, ha i tempi, le pause, i gesti e gli ammiccamenti dell'interprete navigato. Accanto a lui, a fargli da spalla, Alessandro Nidini con il suo pianoforte. I ricordi sono sollecitati dalla musica che si appoggia con leggerezza sui fatti. Nidini dialoga con Buffa, canta, sottolinea le immagini che passano sul grande schermo che fa da fondale al palco.
I nomi che si ascoltano sono quelli di Bearzot, Zoff, l'emiro del Kuwait, Sandro Pertini, Gaetano Scirea, il giovanissimo Beppe Bergomi. E ancora Maradona, Boniek, Walesa e Papa Giovanni Paolo. I fatti sportivi si confondono con la storia in modo che, per poco più di un'ora, siamo tutti negli anni Ottanta a partire dal fallito colpo di stato del febbraio 1981 in Spagna.
Lo spirito dello spettacolo sta tutto in una battuta che Buffa ripete più volte a proposito di alcuni episodi riportati dalle cronache dell'epoca: "È vero? Forse. È bello? Sì".
La regia è di Marco Caronna. Specialista del genere, musicista, regista, attore, vanta collaborazioni con, tra i tanti, Marcorè, Lucarelli Guccini e Zingaretti, tutta gente che ha saputo elevare il semplice raccontare a genere di intrattenimento.
Il finale l'ho particolarmente apprezzato. Italia Mundial non indugia sulla finale contro la Germania, al contrario la liquida con poche parole. Il finale è tutto dedicato all'umanità e alla grandezza dell'uomo Enzo Bearzot nei suoi ultimi giorni. Fino alla fine campione del mondo, campione del mondo, campione del mondo
© Riproduzione Riservata
Comments