CTF - BEE RIOT - La rivolta dell’ape non risparmia il Teatro
- proscenioweb
- 14 giu 2022
- Tempo di lettura: 3 min
11.6.2022 – Napoli - Capodimonte Giardino Paesaggistico di Porta Miano
Scritto e diretto da Linda Dalisi
di Generoso di Biase

Bee Riot, della regista e drammaturga napoletana Linda Dalisi, che ha avuto il suo esordio l’11 giugno u.s., nella rassegna Teatro Festival Napoli, racconta della cacciata dall’Eden di Adamo ed Eva.
La peice teatrale, così come annunciato dalla regista, ricava ispirazione dal “Paradiso Perduto”, l’opera epica del ‘600, di John Milton, e da “Diario di Eva” di Mark Twain.
Va detto che, nella continua rottura di schemi, ricercata forse oltre ogni limite, anche la cacciata dal Paradiso ha, anzi, non poteva che avere soluzioni affatto diverse dal racconto biblico. Piuttosto, sorprende che le figure di Adamo ed Eva della Dalisi siano affatto diverse dai protagonisti delle opere letterarie indicate come ispiratrici. La “Prima Donna” della regista napoletana, determinata a scegliere la propria vita, anche di fronte all’inevitabile, non aspetta, come, invece, si raccomanda Adamo, di attendere l’esecuzione dello sfratto per andare via dai Giardini dell’Eden. L’Eva della Dalisi, la bravissima danzatrice Valia La Rocca, a differenza di quella di Twain, non è ciarliera, utilizza una forma diversa dall’uso delle parole: il movimento del corpo attraverso la danza.
Tutt’altro Adamo (l’attore, Isacco Venturini) che, di contra, ricorre alla parola come forma di espressione, in linea con l’omologo del poema Miltoniano, che, però, influenzato l’autore dalla cultura dell’epoca, veniva da questi presentato come l’unico della coppia a poter interloquire con gli Dei.
In Bee Riot, invece, è la donna capace di, addirittura, ribellarsi alla deità. Non si può opporre alla cacciata dall’Eden, ma preferisce andarsene anzitempo, invece di piatirne la clemenza. Una assoluta forma di sprezzante coraggio.
Una donna, la nostra protagonista, sicuramente la parte forte della coppia o, meglio, la parte ricca: attuale, moderna, avvezza ai selfie, ma anche, appunto come appena riportato, capace di assumersi la responsabilità di importanti decisioni, facendo suo, quindi, un ruolo, nel passato, attribuito, almeno sotto l’aspetto iconico, all’uomo.
L’Eva della Dalisi, interpretata al meglio da Vania La Rocca, rappresenta il mondo di oggi e i suoi aspetti migliori, movimento, azione, poesia del corpo… col corpo.
Più marginale, probabilmente, volutamente, il ruolo di Adamo (anche per questo il giudizio sull’attore va rimandato allorquando avrà più spazi da occupare, non di tempo quanto, piuttosto, di copione). Un Adamo, fragile, che esprime il bisogno attraverso melodie, immobile nel suo dolore per la perdita, debole, al punto da tentare di chiudere nel baule - frigobar la sua Eva ritrovata. Un baule da cui, manco a dirlo, Eva esce con grande facilità. Resta, però, ribadito, per l’ennesima volta e, oserei affermare, a sorpresa, atteso il piglio moderno della drammaturga napoletana, anche per un’Eva emancipata, questo desiderio di completezza che si otterrebbe solo attraverso la vita di coppia, come se solo l’altro/a ci fornisse questa possibilità di piena e corretta estrinsecazione del nostro io.
Bee Riot scritto e diretto da Linda Dalisi, è uno spettacolo intelligente, frutto di attento studio, che lascia, però, spazio ad un eccesso di metafore e allegorie che conducono lo spettatore in un labirinto di ricerca mentale, per capire e ritrovarsi, ma, al contempo, lo allontana dall’emozione, che, invece, sprazzi di intensa poesia, che pure appaiono sulla scena, potrebbero regalargli. Una ridistribuzione più equa tra mente e cuore renderebbe Bee Riot un ottimo pezzo di teatro.
La scena, curata da Giuseppe Stellato, senza sbavature, risponde perfettamente ai dettami della regia, contribuendo ad invogliare la mente ad elaborare e cogliere messaggi nascosti tra le pieghe delle innumerevoli metafore e allegorie, di non facile lettura ma essenziali per capire.
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