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Consegnati i premi de Le Maschere del Teatro Italiano Edizione 2021


di Francesco Gaudiosi

Ercolano – Nella suggestiva cornice di Villa Campolieto, cuore del Miglio d’oro di intuizione borbonica che diede lustro e splendore alla zona vesuviana di Ercolano e dintorni, ha avuto luogo la premiazione della decima edizione del premio Le Maschere del Teatro Italiano. Nato a Vicenza nel 2003 su un’idea di Luca De Fusco e Maurizio Giammusso come premio dell’Ente Teatrale Italiano, l’evento ha poi modificato il suo nome nel 2011 con la qualifica per cui viene conosciuto attualmente. Alla conduzione del Premio, come di consueto, Tullio Solenghi che si vede accompagnato dalla squadra in esterna della RAI di Napoli che ha trasmesso il premio in differita il 7 settembre alle 23:45.

A seguito della pausa dello scorso anno, il Premio riprende quindi il suo tradizionale riconoscimento alle maestranze artistiche che hanno proposto gli allestimenti teatrali più interessanti e agli interpreti più applauditi delle trascorse stagioni teatrali. In questa nuova sede del Premio grazie alla produzione della Fondazione Ente Ville Vesuviane, dopo il Teatro Olimpico di Vicenza e i teatri San Carlo e Mercadante di Napoli, si è quindi svolta la cerimonia di premiazione che ha visto partecipare tutte le terne finaliste che nei mesi estivi erano state selezionate dalla giuria tecnica. La migliore attrice emergente è Elena Cotugno, premiata per l’occasione da Susanna e Carlotta Proietti, figlie del mattatore romano scomparso quasi un anno fa a cui è andato l’applauso scrosciante del pubblico in sala. Il Premio alla migliore attrice non protagonista va a Sara Bertelà per la sua interpretazione nel Misantropo di Moliére firmato da Valter Malosti. La serata procede quindi con il Premio alla memoria di Graziella Leonardi Buontempo, che in ogni edizione viene conferito quale riconoscimento ad una realtà culturale del territorio campano. A dimostrazione del connubio tra cultura e impegno ambientale, il Premio di quest’anno è stato consegnato a Rosalba Giugni, presidente dell’Associazione Ambientalista Marevivo Onlus. Massimo Popolizio riceve poi il riconoscimento di miglior interprete di monologo per lo spettacolo Furore.

Lo stesso Popolizio è premiante della categoria Miglior interprete di novità italiana, il cui vincitore è Davide Enia per Maggio ’43, spettacolo che racconta attraverso un giovane ragazzo siciliano i bombardamenti della Seconda guerra mondiale. Paolo Coletta vince invece come migliore autore di musiche per lo spettacolo I manoscritti del diluvio. Pamela Villoresi, membro della Giuria tecnica del Premio e direttrice del Teatro Biondo di Palermo, premia Federica Fracassi come miglior attrice protagonista per lo spettacolo Le sedie.

Il miglior attore non protagonista è Peppino Mazzotta per la sua interpretazione nello spettacolo L’onore perduto di Katharina Blum. L’allestimento shakespeariano de La tempesta, a cura di Luca Fe Fusco, porta a casa la doppietta come migliore scenografia e miglior costumista, grazie alla super premiata Marta Crisolini Malatesta. Il miglior disegno luci è di Pasquale Mari per lo spettacolo Satyricon.

Donatella Finocchiaro premia il miglior attore protagonista, che in quest’edizione è Daniele Russo nella sua eccezionale interpretazione del testo di Annibale Ruccello ne Le sette rose di Jennifer. Il sindaco della città di Ercolano, Ciro Bonajuto, conferisce a Gabriele Lavia il riconoscimento come miglior regia per lo spettacolo I giganti della montagna. Infine, il premio come miglior spettacolo di prosa va a Roberto Latini per lo spettacolo Mangiafoco.

A conclusione di serata, come da tradizione per questo premio, viene consegnato il Premio del Presidente, a cura dello stesso Gianni Letta. In questa edizione, il Premio viene conferito a una delle più importanti attrici tedesche, nonché moglie e musa di quello che Le Monde definì il più grande regista del ‘900, Giorgio Strehler: Andrea Jonasson. Premiata da Letta e Solenghi, Jonasson chiude la serata con la lettura di una lettera che Strehler le scrisse a Parigi mentre aspettava il suo rientro da Vienna. Una lettera emozionante e riflessiva, dimostrazione dell’indissolubile sodalizio artistico e affettivo tra i due e capace di strappare l’ultimo, commosso e sincero applauso a chiusura della decima edizione della serata di premiazione de Le Maschere del Teatro Italiano.


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