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All'inferno con garbo. Le più basse miserie umane

“Favola personale”. L’ispirazione di Scarpinato alle opere del regista cinematografico Yorgos Lanthimos



All'inferno con Garbo. Le più basse miserie umane

Di Generoso di Biase


Elegante. Conquesta parola, che caratterizza la pièce teatrale, scritta e diretta da Giuliano Scarpinato Morir es mejor que amar – Favola Personale – Hotel Ovidio, riteniamo vada dato principio alle nostre considerazioni, a partire dalla scenografia curata da Diana Ciufo, di un minimalismo sofisticato, tale da riempire, per l’intera durata dello spettacolo, gli occhi dello spettatore. In queste scene, viene disegnata, in punta di matita, la vita, anche quella cruda. Ci viene messa davanti con uno stile, appunto, un garbo tale da edulcorare fino ad eliminare ogni forma di raccapriccio che inevitabilmente ci suscitano le più basse miserie umane.

Evidente,comeperaltro prean-nunciata,l’ispirazione del trittico di Scarpinato alle opere del fin troppo noto regista e sceneggiatore cinematografico della nouvelle vague greca, Yorgos Lanthimos, in particolar modo, al suo film The Lobster.

I temi e i simbolismi comuni trattati sono tantissimi, svetta tra tutti la fragilità umana e il bisogno d’amore volto a mascherare paranoie, più che tendere all’appagamento della propria anima.

In scena ritroviamo il peg-gio dellamente umana, ma, va rimarcato, anche nei gesti più efferati, il regista riesce ad ammantare il tutto con canoni estetici assolutamente gradevoli. Il vizio o la malattia vengono presentati come fossero disegni di Guido Crepax; la sensualità prevale in ogni scena in cui sul palco è protagonista il sesso. Il ricorso al grottesco – vero e proprio marchio di fabbrica dei film del regista ellenico – che invoglia spesso la risata, sapientemente intervallato da Scarpinato con dialoghi e situazioni del tutto aderenti al comune agire, non viene mai portato all’esasperazione.

La differenza maggiore tra Lanthimos e Scarpinato la si rinviene nella visione più complessa e meno ottimista della natura umana che il primo ha rispetto al secondo. Questo fa sì che in The Lobster il finale sia meno scontato, aperto a opposte interpretazioni. Nello spettacolo teatrale di Scarpinato, di contra, prevale un buonismo di tradizione italica, dove i buoni vincono, amandosi e vivendo felici e contenti, mentre i cattivi, incapaci di amare, sono destinati all’(auto)distruzione. Un punto, questo, a favore dell’opera cinematografica ma che poco o nulla sottrae al valore della fatica di Scarpinato.

Va dato, infine, giusto merito all’intero cast, formato da attori di indubbio talento. È, però, da attribuire una nota di maggiore merito agli interpreti dei personaggi di Mattia (Lorenzo Tombesi), perfetto nella parte del ragazzo affetto da deficit intellettivi, ed Eric (Isacco Venturini), ottimo anche nell’esibizione canora.

Morir es mejor que amar – FavolaPersonale Hotel Ovi-dio tre atti o, meglio,tre quadri, grazie ai quali si riesce persino a godere dell’inferno della vita.

Spettacolo seguito al San Ferdinando di Napoli.


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