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Milva Marigliano e Igor Esposito protagonisti al teatro Sannazaro con "El Blues di Loi"

  • proscenioweb
  • 21 ott 2021
  • Tempo di lettura: 2 min

Di Roberta D’Agostino

Dal 22 ottobre Milva Marigliano e Igor Esposito sono i protagonisti, al teatro Sannazaro, di El Blues di Loi con versi di Franco Loi, drammaturgia di Igor Esposito con sonorizzazioni e tromba di Ciro Riccardi e supervisione di Peppino Mazzotta.

Igor Esposito, oggi più che mai abbiamo bisogno di personaggi di spessore capaci di dare un senso culturale al nostro oggi; ebbene portare in scena Franco Loi vuol dire muoversi in tale senso?

I grandi poeti sono sempre stati la vera coscienza critica di una civiltà. Credo che lo spessore e la sostanza della poesia di Loi sia il frutto di una coscienza davvero libera, di un uomo che si è espresso con coraggio senza badare mai al proprio tornaconto al pari di Pasolini e Testori che, come il nostro, amavano i dialetti.

Signora Marigliano, che tipo di spettacolo è il Blues di Loi?

El Blues di Loi non ha le caratteristiche canoniche di uno spettacolo, ma di una performance, in quanto è un connubio tra un poeta, un musicista e un’attrice. Igor Esposito è riuscito a plasmare una drammaturgia che ha un andamento narrativo come se fosse un monologo fatto di storie e stati emotivi. Tutto ciò si è potuto realizzare grazie alla natura della scrittura di Loi. Poi c’è l’intuito straordinario di fondere la forza della lingua milanese con quella napoletana e italiana; generando così un plurilinguismo che mi appartiene essendo io mezza milanese e mezza napoletana. Infine Franco Loi ha la capacità di toccarti l’anima con una semplicità che appartiene ai grandi.

Il nostro lavoro parla di dolore, di gioia, di morte, di vita ed è per questo che ci commuove e nello stesso tempo ci ricorda la fragilità del nostro esistere.

Esposito, la contraddizione in termini rappresentata da Loi: voce sottile, flautata e idee spese vien in qualche modo restituita da voi in scena, forse anche attraverso la musica?

Milvia Marigliano essendo una grande attrice riesce a restituire tutte le sfumature della poesia di Loi che sono appunto contraddittorie e alternano asprezze a dolcezze. Inoltre, il raffinato lavoro musicale di Ciro Riccardi funge anche esso da drammaturgia, stride e al contempo accarezza, sposando armonicamente l’andamento ossimorico del testo.

Milva, come è nato il sodalizio artistico per questo lavoro?

Il sodalizio artistico nasce da una stima e profonda amicizia con Igor Esposito. Da tempo si pensava a un progetto insieme. Abbiamo poi coinvolto Peppino Mazzotta, con il quale entrambi avevamo già lavorato, per avere un occhio che ci guidasse nella pur semplice messa in scena. Infine, il tutto è stato arricchito del suono vitale di Ciro Riccardi.

Una domanda per entrambi: che senso ha questo lavoro a Napoli e al teatro Sannazaro?

Siamo contenti di andare in scena in un teatro che ha alle spalle una grande storia. Come disse Eduardo: “la tradizione è la vita che continua” e, aprendosi al contemporaneo, il Sannazaro sembra muoversi nel solco di queste parole e cerca di essere un teatro che non diventa museo ma vita, proprio come l’autentica poesia di Franco Loi.


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